30 Gennaio 2020

Presunti abusi sessuali su minori, prosegue l’inchiesta sui Discepoli dell’Annunciazione


L’analisi di diari, carte d’archivio e materiale informatico, prelevati nel corso delle perquisizioni dei giorni scorsi nelle sedi di Prato, Garfagnana e Aulla, oltre all’acquisizione di nuove testimonianze. Si muove su questi fronti l’inchiesta della squadra mobile sui casi di presunti abusi sessuali da parte di 9 ex membri, fra cui 5 sacerdoti, dell’associazione Discepoli dell’Annunciazione, nei confronti di due fratelli pratesi, che oggi hanno 27 e 21 anni e all’epoca dei fatti – a partire dal 2008 – erano minorenni.

Un’inchiesta delicata, quella della Procura di Prato, che si muove con estrema cautela. Allo stato attuale, contro i religiosi, ci sarebbero soltanto le dichiarazioni dei due fratelli, acquisite dalla Procura dopo aver ricevuto una stringata relazione degli assistenti sociali del Comune di Prato, che assistono la famiglia dei giovani. Nella comunicazione dei servizi sociali si dichiarava di aver appreso la notizia dei presunti abusi risalenti a molti anni prima, quando uno dei due fratelli aveva meno di 14 anni. In particolare, sarebbe stato un percorso psicoterapeutico a far riaffiorare ricordi e traumi latenti in uno dei due giovani. Gli inquirenti, nelle scorse settimane, hanno sentito entrambi i ragazzi, le cui parole devono essere riscontrate nel prosieguo delle indagini. Sentito, come persona informata sui fatti, un terzo fratello, che ha fatto parte della comunità religiosa dei Discepoli dell’Annunciazione. Si tratta di un’associazione di fedeli che fu fondata nel 2005 dal sacerdote veronese Giglio Giglioli, e che è stata sciolta con decreto pontificio il 16 dicembre scorso per gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all’interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti.

Nel fascicolo dell’inchiesta penale sono confluiti anche gli elementi raccolti dalla Diocesi, a cui nel giugno scorso si era rivolto uno dei due ragazzi per denunciare i presunti abusi sessuali e psicologici subiti. Della notizia il Vescovo Agostinelli aveva dato immediatamente comunicazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale nel settembre scorso aveva disposto la celebrazione di un processo amministrativo penale, tuttora in corso. Gli elementi raccolti dalla Curia, fin dallo scorso dicembre, sono stati forniti alla Procura, a cui il vescovo Nerbini, recandovisi spontaneamente, ha prestato la collaborazione nella ricerca della verità. «Non nascondo il mio dolore e la mia viva preoccupazione e vorrei sperare che gli addebiti mossi non risultino veri, ma voglio chiaramente dire – aveva affermato ieri, poco dopo la divulgazione della notizia, monsignor Nerbini – che il primo interesse che la Chiesa di Prato ha è quello della ricerca della verità. Per questo – aveva detto Nerbini – auspico che la Magistratura, nell’interesse di tutti, possa portare quanto prima a termine le indagini».

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