2 Gennaio 2020

Villa del Mulinaccio polo per la valorizzazione della Val di Bisenzio. Patto per il territorio tra Regione e Comuni


La Villa del Mulinaccio, con il suo carico di fascino architettonico e di storia, rafforza il suo ruolo di polo di riferimento in Val di Bisenzio per lo svolgimento di eventi e convegni, come spazio per la valorizzazione delle produzioni locali e del territorio a fini turistici e ambientali. Nelle scorse settimane il Comune ha portato a termine la procedura di acquisizione del cucinone storico, delle antiche cantine, di una striscia di terreno sul fianco nord, di un appezzamento di terreno adibito a parco, e di due aree destinate rispettivamente all’allargamento della strada e a parcheggio pubblico per un importo complessivo di circa 350 mila euro (corrisposto tramite compensazione, con trasferimento diretto al venditore di oneri di urbanizzazione).
“L’acquisizione coincide non a caso con la partenza del patto per la valorizzazione della Val di Bisenzio che vede protagonista la Regione insieme ai Comuni e all’Unione dei Comuni. L’acquisizione di questi preziosi spazi della villa si inserisce in questo contesto che guarda alla definizione di nuovi progetti di sviluppo per il nostro territorio – sottolinea il sindaco Primo Bosi – Per il Comune è un passo impegnativo ma necessario, in questo modo portiamo a compimento un processo, iniziato molto tempo fa, che ha l’obiettivo di dare valore e funzione a una delle ville più belle della Val di Bisenzio, una potenzialità per il territorio e un patrimonio di tutti che non doveva correre il rischio di essere frammentato o disperso”.
Il Comune possiede già la parte storica della villa (quattro piani di cui uno interrato) con il suo giardino e la fontana che si affacciano sulla Vallata, lo scenografico ninfeo con il suo elegante spazio verde su cui si apre la spaziosa tinaia, sopra la quale si trova anche un altro vasto salone. Cucinone e cantine sono già stati utilizzati in passato per lo svolgimento di iniziative, laboratori e di trasmissioni televisive dedicate ai prodotti tipici e gastronomici valbisentini. La villa, inoltre, ormai da tempo ha un suo ruolo specifico per la celebrazione e lo svolgimento di feste di matrimonio.

Il Mulinaccio costituisce un’emergenza architettonica di grande valore a cui i vaianesi sono profondamente legati. Il Comune di Vaiano l’aveva acquistata nel 2003 per circa 2 milioni e 700 mila euro con il contributo della Provincia che aveva messo a disposizione il 30% della spesa. La villa, oltre che dal pregio architettonico, è caratterizzata dal Parco degli alberi rari e delle essenze, creato da Giuseppe Vai, membro dell’Accademia dei Georgofili, a partire dal 1845.
Il nucleo originario del Mulinaccio fu edificato tra la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento da Cosimo Sassetti (filomediceo, conte palatino di Leone X de’ Medici) su una precedente “casa da signore”. Il nome deriva alla località da un antico mulino, non più esistente. Passata agli Strozzi nel 1609, venne venduta nel 1661 ai Vai di Prato che ne fecero il centro di una vasta tenuta (con ben 36 poderi nelle parrocchie di Caiano, Casi, Popigliano, Schignano e Cerreto). I Vai ne conservarono la proprietà fino all’estinzione della famiglia, nel 1941, quando la villa passò ai Franchi, e più tardi ai Bruschi da cui il Comune l’ha acquisita.

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