24 Febbraio 2020

Con la pistola in palazzo comunale, il Comune: “Era una manifestante SI Cobas”. Il sindacato smentisce e annuncia azioni legali


Era un manifestante del presidio dei SI Cobas l’uomo fermato dalla Municipale con una pistola nel proprio borsello, che voleva accedere all’interno di Palazzo comunale per assistere alla seduta straordinaria del consiglio comunale sull’illegalità. “È preoccupante che chi reclama il rispetto delle regole vada una manifestazione con una pistola e con questa tenti di entrare nel Palazzo comunale dove si stava svolgendo il consiglio comunale -sottolinea il sindaco Biffoni -. Ancora una volta dai SI Cobas arriva un segnale inquietante di assoluta mancanza si rispetto dei diritti, dei doveri e del vivere civile. Il diritto di sciopero e di manifestare sono intoccabili, ma quello che fanno i SI Cobas è altro, è violazione deliberata delle norme. Quanto è accaduto con la partecipazione di un manifestante armato è di una gravità estrema. Ringrazio la Polizia Municipale per la prontezza e la professionalità con cui ha fermato l’uomo e gestito la situazione permettendo al consiglio di proseguire i lavori” conclude Biffoni.

«Un fatto grave e inquietante», commentano così Erika Caparrini, della segreteria Cisl Firenze-Prato, e Lorenzo Pancini, segretario generale della Camera del Lavoro di Prato. «Occorre fare immediatamente chiarezza – prosegue Pancini – su quanto accaduto. Il fatto che un presunto esponente dei Carc, presente al presidio dei SI Cobas, abbia tentato di entrare in Palazzo comunale con una pistola preoccupa ed inquieta, getta un cono d’ombra e molti interrogativi sul mondo antagonista locale, di cui lo stesso SI Cobas farebbe parte. Non spetta a noi verificare responsabilità individuali penalmente perseguibili, ma non possiamo esimerci dall’osservare come l’aver alzato il livello dello scontro da parte di SI Cobas, che ha cercato legittimazione politica nel nostro territorio, possa essere foriero di episodi che travalicano l’accettabile. Se ce ne fosse stato bisogno, l’episodio conferma e rafforza le ragioni per le quali la Cgil decise di non partecipare alla manifestazione del 18 gennaio. Partiti politici e associazioni che si rifanno ai dettati e ai valori costituzionali non possono legittimare chi pratica il conflitto come fine ed utilizza i lavoratori come strumento di tale azione. Da parte nostra il più sentito ringraziamento agli agenti della Polizia municipale che, come sempre, svolgono in modo egregio il loro lavoro».

«I fatti di queste ultime settimane – dichiara a sua volta Caparrini – non ultimo quello di ieri, sono davvero gravi. Sul territorio pratese il dialogo fra organizzazioni sindacali in materia di lavoro e attenzione alle aziende è da sempre al primo posto. I lavoratori devono aver garantite tutte le migliori condizioni lavorative, retributive e di sicurezza. I lavoratori hanno tutto il diritto di esprimersi, ma nel rispetto delle norme che regolano il diritto di manifestare. Un plauso al sistema di sicurezza della Polizia municipale, anche se un Consiglio comunale fortemente presidiato come quello di ieri non è un bello spettacolo per la democrazia».

L’uomo fermato ieri a Prato mentre cercava di entrare armato in Palazzo comunale “non è in alcun modo collegato al sindacato sì Cobas”. Lo precisa lo stesso Sì Cobas che “in 20 mesi di attività le nostre battaglie si sono sempre svolte con le uniche armi del coraggio e della determinazione, affrontando sempre a mano nude e viso aperto le manganellate delle forze dell’ordine e le botte delle squadrette inviate dai caporali”.
Per Sì Cobas, “è spregevole il tentativo di infangare e diffamare un movimento pacifico che tanto ha fatto e tanto farà ancora per combattere il ‘sistema Prato’ che per migliaia di
lavoratori in questa città significa sfruttamento, umiliazioni, ricatti. Questa campagna di fango ha evidentemente l’unico obiettivo di oscurare le ragioni della protesta pacifica
silenziosa in consiglio comunale di ieri”. Il sindacato di base sottolinea che “il sindaco, la Cgil e la Cisl si assumeranno le responsabilità delle loro gravi dichiarazioni calunniose. Il sindacato ha intenzione di tutelarsi in tutte le sedi, anche legali, da chi vuole gettare fango sulle lotte dei lavoratori e le agitazioni sindacali”. “Proviamo una grande tristezza – conclude Sì Cobas – per chi utilizza fake news quando non ha più argomenti per difendere il proprio operato”.

In seguito è giunta una nota del Si Cobas Firenze che sembra chiarire la vicenda. “L’uomo con la pistola era un vigilantes. Con la pistola ci lavora, e ha un regolare porto d’armi. Si evince questo dalle più recenti notizie diffuse in rete” si legge nella nota. “Insomma, dispiace dover tarpare le ali a chi aveva visto nella prima notizia un occasione per ricamare narrazioni da anni di piombo, pericolo eversione armata e allarmi di vario genere puntando il dito – ovviamente – contro il sindacato. Non c’è proprio niente da ricamare: è la storia di un vigilantes che si dimentica di lasciare a casa la pistola e va – con poca furbizia – dritto dritto a farsi perquisire dalla polizia municipale che controlla gli ingressi del palazzo per il Consiglio Comunale. Viene da chiedersi perché questi “dettagli” non siano stati resi noti fin dall’inizio dal Comune” aggiunge il Si Cobas Firenze. “Si

 tratta in fin dei conti di una notizia che avrebbe potuto e anzi – sarebbe dovuta – rimanere in quelle due righe a cui si relegano fatti di cronaca di poca importanza: così era stato per tutta la giornata di sabato, e fino al pomeriggio di domenica.
Ma poi qualcosa è accaduto. “E’ stato il Si Cobas!”. A distanza di 24h dal primo, un secondo comunicato del Comune di Prato inizia a ricondurre al sindacato l’uomo e il fatto, con una immancabile dichiarazione del Sindaco Biffoni che lancia l’ “allarme”. Seguono, zelanti, le segreterie di CGIL e CISL (per l’occasione al lavoro anche di domenica sera). Praticamente tutta la stampa locale esce con “titoli shock”.

 

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