29 Febbraio 2020

Crisi da coronavirus, le imprese chiedono aiuti straordinari al Governo. Paga dazio anche Cap: danno da 500mila euro per le gite annullate


L’effetto coronavirus preoccupa il mondo della filiera moda. Un settore che rimane anche in questo difficile periodo attivo e produttivo, ma che potrebbe risentire in maniera pesante di un clima dominato da ansie non sorrette da evidenze scientifiche. A dirlo sono Cna Federmoda, Confartigianato e Confindustria Toscana Nord, preoccupati per i potenziali effetti a medio termine della brusca frenata dell’economia mondiale, anche al di fuori delle aree a maggior rischio. Come ribadito dalle tre associazioni di categoria, la moda italiana è fortemente integrata nel contesto internazionale ed è quindi particolarmente esposta a pagare costi pesanti in termini di fatturato e occupazione. Il rischio è che quanto sta avvenendo in questi primi mesi dell’anno comprometta sia le vendite della primavera che l’acquisizione degli ordini invernali. Da qui la richiesta di un intervento urgente e dell’apertura di un tavolo di confronto con il Governo per non danneggiare la filiera moda, tutelando le aziende produttive e l’indotto della subfornitura e garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali e la liquidità.

Nonostante il periodo difficile però, come spiegato in una nota congiunta dalle tre associazioni di categoria, le imprese continuano a lavorare, ma chiedono da un lato un supporto dal mondo dell’informazione e dall’altro un aiuto dalle istituzioni perché venga fornita una visione corretta e non ansiogena della situazione e affinchè si prefigurino misure a sostegno di un settore come il tessile-abbigliamento italiano, che vale 55 miliardi di euro per quasi il 60% costituiti da export. A preoccupare il settore sono anche le cancellazioni di fiere e missioni all’estero e dall’estero, “Così come – sottolineano i presidenti di Confindustria Toscana Nord Andrea Cavicchi, Fabio Pietrella di Confartigianato Moda e  Marco Landi di Cna Federmoda – le difficoltà che riscontriamo nei contatti con clienti ed agenti, talvolta intimoriti da possibili contagi. A questo si aggiungono possibili difficoltà negli approvvigionamenti di materie prime e prodotti necessari alle lavorazioni. Da un lato registriamo un fortissimo rallentamento dell’export dovuto alla poca affluenza di buyers internazionali in occasione delle principali fiere di settore e durante la fashion week milanese, dall’altro un allarmismo diffuso, alimentato dalla poca prontezza nella gestione politica di una strategia economica di emergenza”.

Le imprese di CNA Federmoda, Confartigianato e Confindustria Toscana Nord attendono dunque misure efficaci e urgenti di aiuto per contenere i danni diretti e indiretti che stanno subendo e chiedono politiche espansive che rilancino l’economia nazionale. Tra le priorità, lasciare liquidità alle imprese con sospensione dei pagamenti contributivi, imposte e tasse, moratoria rate mutui e accelerazione pagamenti della pubblica amministrazione; potenziamento del Fondo di Garanzia per le PMI; mantenere aperta la circolazione delle merci e degli automezzi per garantire rifornimenti e approvvigionamenti alle imprese. Ma anche tutelare i lavoratori dipendenti attraverso l’estensione della cassa integrazione;  ristoro dei danni diretti per le imprese la cui attività dovesse essere sospesa per effetto dei dispositivi di legge; rinvio degli adempimenti e alleggerimento degli oneri a carico delle aziende.

Non solo mondo della moda. L’effetto coronavirus sta creando disagi anche al comparto turistico di tutta l’area pratese. Nei giorni scorsi avevamo raccolto il grido d’allarme di Federalberghi, che aveva ribadito che le presenze nel mese di febbraio avrebbero subito un crollo, in alcuni hotel, addirittura del 50% rispetto alla media degli ultimi 10 anni. Preoccupazioni arrivano anche da Cap: il presidente Giuseppe Gori fa sapere che “Stiamo stimando una perdita riferita al turismo scolastico pari a 500mila euro”. Nello specifico vengono annullati non solo i viaggi di escursione che dovevano tenersi entro il 15 marzo ma anche tutti quelli già fissati.

E proprio per fare il punto della situazione, per lunedì è stato convocato un incontro tra il Sindaco Biffoni, l’assessore allo sviluppo economico Benedetta Squittieri, le categorie economiche e le organizzazioni sindacali. Un vertice per valutare quali possono essere le misure da intraprendere a sostegno dell’economia della città.

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