“L’aspetto più critico della giustizia nel circondario pratese è costituito dalla presenza di un sub-distretto industriale di matrice cinese, quello delle confezioni così dette pret-à-porter nel quale allignano violazioni della normativa sulla sicurezza del lavoro, lavoro irregolare in genere, evasione degli obblighi fiscali e contributivi, circolazione di denaro di incerta provenienza”. Lo evidenzia il procuratore capo di Prato Giuseppe Nicolosi nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario.
Dei 1.358 procedimenti trattati dalla procura lo scorso anno, sottolinea il procuratore, “Ben 1067 hanno visto indagati cittadini di nazionalità cinese (erano stati 738 nel 2018 e 1002 nel 2017)”. “Le emergenze investigative rassegnano una realtà complessa – precisa ancora Nicolosi -, la cui interpretazione non può prescindere dal tenere conto che trattasi di una comunità che dimostra una solida coesione, ancorata in buona parte a regole autoctone e in grado di modificare con estrema rapidità le proprie strategie, manifestando ancora particolare resistenza ad adeguarsi a prassi legali, prima ancora che virtuose, di gestione dell’attività di impresa”.