17 Marzo 2020

Covid, Confindustria lancia un patto “morale” per preservare la filiera moda: “Salvare le imprese messe in ginocchio dal virus”


Un patto delle imprese della filiera moda di Confindustria Toscana Nord per limitare il rischio che aziende eventualmente toccate dal contagio del coronavirus non recuperino più la loro operatività: è questo l’impegno che il presidente della sezione Sistema moda dell’associazione, Andrea Cavicchi, chiede ai suoi colleghi imprenditori, proponendo inoltre anche un tavolo post-emergenza Covid-19.

“Le imprese della filiera della moda di Confindustria Toscana Nord si stanno impegnando fortemente, come quelle di tutti gli altri settori, per contenere il dilagare del coronavirus – spiega Andrea Cavicchi -. Ci stiamo attenendo alle indicazioni delle norme e dei protocolli sottoscritti a livello nazionale ma, per quante cautele e precauzioni possiamo porre in atto, è possibile o addirittura probabile che in qualche azienda emergano dei casi di positività, con la conseguenza di una interruzione o di una fortissima riduzione dell’attività aziendale. Una prospettiva del genere significherebbe di fatto lo spezzarsi di una filiera consolidata, che con la sua efficienza, specializzazione e flessibilità ci consente di essere per i mercati un riferimento certo e affidabile. Potremmo assistere a fenomeni di disgregazione con conseguenze pesanti quando, finito tutto questo, vorremo ripartire nelle migliori condizioni possibili e con un filiera non troppo indebolita.”

Un timore, quello evocato da Andrea Cavicchi, diffuso fra le aziende della moda, consapevoli delle peculiarità di un settore che è caratterizzato da una organizzazione in filiere molto articolate, con una forte specializzazione di fase. Il timore è che interruzioni teoricamente temporanee dell’attività dovute a motivi sanitari possano marginalizzare imprese che avrebbero poi molte difficoltà a riprendere la loro operatività.

“Non ci devono essere atteggiamenti opportunistici o anche solo dinamiche troppo penalizzanti interne al nostro sistema – aggiunge Cavicchi -. Le aziende eventualmente toccate dal virus non possono rischiare di non recuperare più la loro operatività. Da qui la proposta, che ha già raccolto riscontri favorevoli, di stringere un patto, di assumere un impegno morale reciproco a fare quadrato intorno alle imprese che dovessero trovarsi in condizione di chiudere o di ridurre drasticamente l’attività. Ma noi dobbiamo guardare anche oltre: per questo ho proposto ai colleghi di andare a costituire un Tavolo post-emergenza Covid-19, che possa aiutarci a ripartire, quando ce ne sarà l’opportunità.”

In questa maniera verrà anche dato ai mercati un segnale di continuità lavorativa e di affidabilità. Vi è la consapevolezza che potranno verificarsi anche eventi – ulteriori restrizioni dell’attività lavorativa, per esempio – in grado di vanificare questi buoni propositi: ma le aziende vogliono comunque guardare avanti e premunirsi contro il rischio di gravi cedimenti all’interno della filiera.

“La mia proposta dovrà concretizzarsi in un percorso che consenta di rendere operativo il nostro impegno morale, che siamo disponibili a estendere, se lo vorranno, anche alle altre associazioni di categoria ed eventualmente anche ad aziende di altri territori, purchè organiche alla filiera del nostro territorio – conclude Cavicchi -. Per quanto ne sappiamo, il nostro è il primo caso di solidarietà di settore al tempo dell’epidemia del coronavirus. Ora è tempo di stringere le fila e difendere tutti insieme il nostro sistema produttivo.”

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