Emergenza Coronavirus, il vescovo Nerbini: «La Parola di Dio sia il nostro farmaco contro paura e sconforto» VIDEO


In una cattedrale vuota e a porte chiuse il vescovo Giovanni Nerbini ha celebrato la messa domenicale davanti alle telecamere di Tv Prato per poter entrare nelle case dei pratesi in questo momento così difficile legato all’emergenza del coronavirus. «La Parola di Dio sia il nostro farmaco contro lo sconforto, la paura e la solitudine» ha detto monsignor Nerbini nell’omelia.

«Nessuno iniziando questa Quaresima 2020 – ha osservato il Vescovo – avrebbe immaginato come in pochi giorni l’intero nostro mondo avrebbe subìto uno stravolgimento tanto rilevante da costringerci a rinunciare ai nostri incontri eucaristici domenicali». Questa mattina infatti la Chiesa di Prato, come le altre diocesi in Italia, ha sospeso la celebrazione delle messe con effetto immediato in ottemperanza a quanto stabilito dal decreto emanato dal Governo nel corso della notte. E così monsignor Nerbini ha voluto presiedere la celebrazione dell’Eucarestia «in maniera del tutto singolare per mezzo di Tv Prato perché del tutto eccezionale è il momento che stiamo vivendo». E poi ha aggiunto: «In un attimo sono crollate tutte le sicurezze e illusioni che reggevano le nostre esistenze. Ciò che non abbiamo assolutamente perso è la presenza, l’amicizia, il sostegno, la vita del Signore nostro Gesù Cristo che è e rimane in mezzo a noi». La voce del Vescovo è risuonata anche in piazza Duomo attraverso gli altoparlanti della cattedrale. Non pochi si sono radunati davanti alla portone chiuso di Santo Stefano per ascoltare in silenzio la celebrazione della messa.

Monsignor Nerbini ha suggerito di cogliere «questa forzata penitenza» come momento propizio per «riscoprire il cammino che Dio ci mostra, lasciando così tutte le false, illusorie sicurezze». Da qui l’invito a «intensificare la preghiera». Il Vescovo ha anche sottolineato come in questo tempo, pur non essendoci celebrazioni, «le chiese rimarranno aperte più del solito» e per questo è possibile «fermarci in adorazione silenziosa davanti all’Eucarestia». Poi ha chiesto «riprendere la recita del rosario in famiglia» per ritrovare «la pace perduta». Ma soprattutto monsignor Nerbini ha chiesto ai fedeli di riprendere «costantemente in mano» la Parola di Dio: «meditiamola attentamente e vi troveremo tutto quello di cui abbiamo bisogno, non solo per i momenti di crisi come questo, ma per ogni evenienza della vita».

Nella preghiera dei fedeli monsignor Nerbini ha voluto dedicare una intenzione ai governanti, «perché sappiano scegliere con responsabilità», e una al personale ospedaliero, medici e sanitari affinché «sappiano spendersi generosamente e sentano il sostegno di tutti».

All’inizio e alla fine della celebrazione il vescovo Nerbini ha voluto abbracciare idealmente tutti i fedeli ma in particolare gli anziani e gli ammalati chiedendo per loro, la città e il mondo intero: «sicurezza, salute, fede e amore».

Monsignor Nerbini si è fatto anche interprete delle raccomandazioni prescritte dalla autorità civile «per gli anziani e le persone di salute cagionevole a non frequentare luoghi pubblici e a rimanere, per quanto è possibile, nelle loro abitazioni e a non affollare in maniera ingiustificata gli ospedali che già portano il peso di questa situazione».

 

Sotto un estratto dell’omelia del vescovo Nerbini

 

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Marco Giraldi
Marco Giraldi
4 anni fa

Riascoltando e rileggendo le parole pronunciate dal nostro Vescovo ci fa capire come ora più che mai sia importante meditare sulla Parola di Dio soprattutto ora che siamo nel tempo di Quaresima in cui ritornano alla mente le tre parole che ci preparano alla Pasqua che sono: “Fede, Digiuno e Preghiera”. Ricordo che lessi per la “Prima Volta” queste tre parole in una vecchia Voce di Prato del 2004 ma sono sempre attuali anche a distanza di sedici anni perchè è vero che le letture bibliche e del vangelo non cambiano di anno in anno ma deve cambiare la nostra condotta con Dio. Ricordo un’Omelia di Don Gino Calamai quando era Parroco a San Bartolomeo a Coiano in cui raccontò un’anedotto della sua vita di quando era giovane seminarista narratogli da un suo Professore nonchè Padre Superiore: “Il Padre Nostro recita sempre le stesse parole da duemila anni ad oggi ma ogni volta che lo pronunciate deve essere diverso dal solito”. Tutto questo per dire che non si deve cambiare o stravolgere le parole di questa preghiera narrata dall’evangelista Matteo anche se c’è stata la modifica della frase “Non Abbandonarci Alla Tentazione” però ogni volta che recitiamo questa preghiera dovremo essere convinti di quello che diciamo e se veramente ci crediamo. Non sappiamo quale sia la causa di questa epidemia ma oltre a confidare nella scienza bisogna confidare nell’aiuto del Signore e questo ce lo ricorda il Salmo Biblico 1 come il Libro del Profeta Geremia: “Beato l’uomo che confida nel Signore”. Domenica era la festa della donna ma anche la seconda domenica di Quaresima e il Vangelo raccontava la trasfigurazione di Gesù sull’alto monte che si pensa sia il Monte Tabor ma non sappiamo con esattezza quale sia il suo nome ma allora Gesù si è manifestato come sarà quando risorgerà e concludo con le parole rivolte da Dio a Pietro, giacomo e Giovanni che erano con lui: “Questo è il Figlio mio l’amato. IN lui ho posto ogni compiacimento, Ascoltatelo”. Cerchiamo di prepararsi bene alla Pasqua anche se dovremo seguire ogni funzione in Diretta streaming o sui canali social di Facebook, Twitter, Instagram e una volta passato questa odissea riprende il tradizionale equilibrio anche se ci vorrà del tempo