Pub e ristoranti aperti, discoteche chiuse: come cambia queste sere la movida pratese


Bar, pub e ristoranti aperti, locali notturni chiusi. Cambia la mappa della movida serale pratese, dopo l’emanazione del decreto del consiglio dei ministri con le misure per il contenimento del Covid-19. La discoteca Naif e il Capanno 17 di via Genova hanno deciso di rimanere chiusi per questa sera, “fino a nuove disposizioni”, come comunicato sulle rispettive pagine Facebook. “Nonostante non esista un provvedimento degli Enti locali o della Prefettura che imponga specificamente la chiusura delle discoteche, il Naïf ritiene che la salute pubblica e dello staff sia un bene primario e prevalente e decide responsabilmente di chiudere il locale”, scrive in particolare, la discoteca Naif. Come detto, i locali in centro storico rimarranno aperti: pub come lo Wallace di piazza Mercatale hanno annunciato sui social di aver già disposto i tavoli a distanza di sicurezza tra loro, oltre a provvedere, in queste sere, alla regolamentazione dei flussi all’interno dei propri spazi. A tutti gli esercizi che rimarranno aperti, il sindaco Biffoni ha già rivolto l’invito a garantire alcuni accorgimenti come, appunto, “un afflusso ridotto di persone”.

Il presidente di Confesercenti Prato Mauro Lassi auspica che i cittadini continuino a frequentare negozi e locali, rispettando norme igieniche e comportamentali: “Da parte nostra sentiamo di dover dare un giusto consiglio ai clienti delle nostre imprese. Auspichiamo infatti che loro continuino a fare ciò che hanno sempre fatto. Solo con più attenzione e con le dovute cautele. È infatti ben chiaro che se frequentiamo un luogo affollato dobbiamo stare a debita distanza dai nostri vicini, per diminuire i rischi di contrarre il virus. È importante lavarsi spesso e bene le mani. Ma tutto questo non deve e non può far finire il nostro quotidiano e quindi la nostra vita. Dobbiamo continuare ad andare avanti, frequentare i luoghi e gli esercizi commerciali che ci piacciono, i luoghi dell’intrattenimento e della cultura. Il Covid-19 ci blocca momentaneamente, speriamo per il minor tempo possibile, ma la vita deve continuare ad andare avanti. Il problema maggiore, credo, sarebbe quello di cambiare completamente le nostre abitudini e farsi prendere dalla paura, abbandonando lo stile di vita che abbiamo sempre perseguito. Questo sarebbe un danno gravissimo per le imprese del nostro territorio, del nostro Paese, e soprattutto per noi stessi. Perché non recupereremmo mai più le abitudini che ci hanno accompagnato fino ad oggi”.

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