17 Marzo 2020

Quaranta ventilatori polmonari (di cui dieci già impiegati), 100 posti letto dedicati: ecco come l’ospedale di Prato fronteggia il coronavirus


20 ventilatori polmonari, di cui una decina già in via di utilizzazione per pazienti critici in rianimazione, ed altri 20 apparecchi che possono essere attivati all’occorrenza, sfruttando le sale operatorie chiuse a seguito dello stop agli interventi chirurgici non urgenti. È la dotazione attuale dell’ospedale di Prato per rispondere ai casi più gravi di coronavirus. I pazienti positivi al Covid 19 ricoverati al Santo Stefano sono attualmente una cinquantina. I posti letto loro riservati (pazienti che presentano polmoniti e non semplici sintomi febbrili) sono stati ampliati nelle scorse settimane: ai 12 delle malattie infettive, si sono aggiunti una settantina di posti recuperati nel reparto di medicina che è stato riconvertito allo scopo. Altri posti, se necessario, potrebbero essere allestiti nelle degenze chirurgiche che sono state chiuse, per arrivare ad accogliere un totale di circa 100 pazienti. 

Il quadro è comunque in divenire e già entro questa settimana la Asl Toscana Centro sta approntando un’altra soluzione in grado di estendere la capacità di risposta: il progetto è quello di trasformare la palazzina ex malattie infettive del vecchio ospedale di Prato (il blocco di tre piani collocato subito a sinistra oltrepassate le mura) in luogo di degenza per i pazienti meno gravi affetti da coronavirus. In questo edificio, che attualmente è destinato ad allergologia, reumatologia e cure intermedie si potranno allestire circa 40 posti letto. Più difficile, per motivi legati alla gestione, la possibilità di utilizzare i 30 posti letto di cure intermedie quasi pronti nella ex Rsa di Narnali. L’ipotesi di riaprire il vecchio Misericordia e Dolce, da mesi in attesa di essere demolito, è stata invece scartata per i lunghi tempi e i costi che sarebbero necessari per l’adeguamento e la riattivazione. 

Tornando ai ventilatori, la Regione ne ha chiesti 300 alla protezione civile nazionale, ma al momento l’approvvigionamento sul mercato è difficile e la produzione da parte dell’unica azienda italiana che li realizza è limitata. È questo il vero problema, più che di risorse finanziarie, viste anche le donazioni che stanno affluendo all’ospedale di Prato tramite la Fondazione Ami e non solo. 

Per quanto riguarda il personale, alla Asl Toscana Centro dovrebbero arrivare nei prossimi giorni 150 medici e 350 infermieri in via di assunzione dalla Regione, su un totale di 670 medici e 2000 infermieri e operatori socio sanitari, che verranno reclutati sull’intero territorio toscano. La Regione ha inoltre chiesto al personale in pensione di riprendere servizio per fronteggiare l’emergenza coronavirus. 

Su scala regionale i posti di terapia intensiva di partenza erano 447. A questi si aggiungono 200 sale operatorie utilizzabili come terapie intensive, e altri 230 posti che la Regione Toscana – come annunciato ieri dal governatore Rossi – potrà allestire rapidamente utilizzando strutture dismesse (vecchi ospedali di Lucca, Massa, Carrara), o spazi utilizzati diversamente (74 posti a Careggi). 

Dario Zona

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Fabiana
4 anni fa

Il vecchio Ospedale era Ottimo per questa emergenza, è stata una cosa da…. Non dico altro farlo degradare piano piano…. Sarebbe anche l ora di ri utilizzarlo visto che fortunatamente non è stato ancora demolito. Sistemateli a dovere e avrete posti letto in più… E magari date più lavoro ad altre persone nella sanità. In questo periodo c è bisogno di loro…