20 ventilatori polmonari, di cui una decina già in via di utilizzazione per pazienti critici in rianimazione, ed altri 20 apparecchi che possono essere attivati all’occorrenza, sfruttando le sale operatorie chiuse a seguito dello stop agli interventi chirurgici non urgenti. È la dotazione attuale dell’ospedale di Prato per rispondere ai casi più gravi di coronavirus. I pazienti positivi al Covid 19 ricoverati al Santo Stefano sono attualmente una cinquantina. I posti letto loro riservati (pazienti che presentano polmoniti e non semplici sintomi febbrili) sono stati ampliati nelle scorse settimane: ai 12 delle malattie infettive, si sono aggiunti una settantina di posti recuperati nel reparto di medicina che è stato riconvertito allo scopo. Altri posti, se necessario, potrebbero essere allestiti nelle degenze chirurgiche che sono state chiuse, per arrivare ad accogliere un totale di circa 100 pazienti.
Il quadro è comunque in divenire e già entro questa settimana la Asl Toscana Centro sta approntando un’altra soluzione in grado di estendere la capacità di risposta: il progetto è quello di trasformare la palazzina ex malattie infettive del vecchio ospedale di Prato (il blocco di tre piani collocato subito a sinistra oltrepassate le mura) in luogo di degenza per i pazienti meno gravi affetti da coronavirus. In questo edificio, che attualmente è destinato ad allergologia, reumatologia e cure intermedie si potranno allestire circa 40 posti letto. Più difficile, per motivi legati alla gestione, la possibilità di utilizzare i 30 posti letto di cure intermedie quasi pronti nella ex Rsa di Narnali. L’ipotesi di riaprire il vecchio Misericordia e Dolce, da mesi in attesa di essere demolito, è stata invece scartata per i lunghi tempi e i costi che sarebbero necessari per l’adeguamento e la riattivazione.
Tornando ai ventilatori, la Regione ne ha chiesti 300 alla protezione civile nazionale, ma al momento l’approvvigionamento sul mercato è difficile e la produzione da parte dell’unica azienda italiana che li realizza è limitata. È questo il vero problema, più che di risorse finanziarie, viste anche le donazioni che stanno affluendo all’ospedale di Prato tramite la Fondazione Ami e non solo.
Per quanto riguarda il personale, alla Asl Toscana Centro dovrebbero arrivare nei prossimi giorni 150 medici e 350 infermieri in via di assunzione dalla Regione, su un totale di 670 medici e 2000 infermieri e operatori socio sanitari, che verranno reclutati sull’intero territorio toscano. La Regione ha inoltre chiesto al personale in pensione di riprendere servizio per fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Su scala regionale i posti di terapia intensiva di partenza erano 447. A questi si aggiungono 200 sale operatorie utilizzabili come terapie intensive, e altri 230 posti che la Regione Toscana – come annunciato ieri dal governatore Rossi – potrà allestire rapidamente utilizzando strutture dismesse (vecchi ospedali di Lucca, Massa, Carrara), o spazi utilizzati diversamente (74 posti a Careggi).
Dario Zona
Il vecchio Ospedale era Ottimo per questa emergenza, è stata una cosa da…. Non dico altro farlo degradare piano piano…. Sarebbe anche l ora di ri utilizzarlo visto che fortunatamente non è stato ancora demolito. Sistemateli a dovere e avrete posti letto in più… E magari date più lavoro ad altre persone nella sanità. In questo periodo c è bisogno di loro…