25 Aprile 2020

25 aprile a Montemurlo, il sindaco Calamai ricorda i morti per coronavirus: “Istituire una giornata di memoria per chi è scomparso”


E’ stato il silenzio il protagonista della cerimonia ufficiale per il 25 aprile a Montemurlo. In piazza della Libertà, solitamente affollata per le celebrazioni della Liberazione, stamani c’erano solo il sindaco Calamai – che ha deposto una corona d’alloro al monumento ai caduti – un ispettore della polizia municipale, il giovane Lorenzo Palumbo in rappresentanza di Anpi, e il trombettista, Stefano Pratesi, che ha suonato Il Silenzio. Una musica mai così penetrante e struggente come oggi. Una celebrazione trasmessa dal Comune sui propri social grazie alla diretta sulla pagina Facebook. Una partecipazione virtuale, che ha voluto colmare la distanza imposta dal virus. «Quel 25 aprile di 75 anni fa, nella Milano oggi ferita dal Coronavirus, sfilavano fieri i partigiani e significava che una pagina della nostra Storia era stata voltata. Iniziava una fase di democrazia, di libertà e di benessere economico mai conosciuto- ha detto il sindaco Calamai- Oggi, invece, sento solo il vostro silenzio, ma è un silenzio carico di Resistenza, perché oggi come 75 anni fa, Montemurlo Resiste con silenziosi atti di coraggio e responsabilità contro un nemico invisibile: il Coronavirus».

Il sindaco Calamai ha voluto ricordare quegli uomini e quelle donne che combatterono per un’Italia libera e che oggi, dai letti degli ospedali, delle Rsa, sono chiamati a lottare contro un nuovo nemico: “La generazione nata negli anni Trenta e Quaranta del Novecento è la più colpita dall’immensa strage del Coronavirus, che nel nostro Paese ha già fatto oltre 20 mila morti». E dunque Calamai anche da Montemurlo ha voluto lanciare la richiesta di una Giornata di Memoria nazionale in cui ricordare gli anziani, i medici, gli infermieri, i farmacisti, i preti, i volontari delle associazioni di soccorso e tutti quei cittadini morti a causa del virus. «Ricordare è necessario per impedire che si perda il ricordo di queste vite. Ogni giorno muoiono nostri concittadini a cui è negato l’ultimo conforto dei propri familiari, a cui è negato il diritto al commiato». Poi il pensiero del sindaco corre ad Angelo Grazzini ed Alfredo Gallorini, i due montemurlesi morti di Coronavirus, a tutti quei concittadini che stanno lottando contro la malattia, alle loro famiglie e ai volontari della protezione civile e delle associazioni locali che stanno loro vicini.

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