23 Aprile 2020

Beffa per il tessile di Prato: stamattina macchinari in moto nel distretto di Biella FOTO e VIDEO


Il distretto della moda e dell’abbigliamento riapre a Biella, ma non a Prato. Le aziende si sono potute rimettere in moto da stamattina nel distretto tessile piemontese grazie ad un iter che prevede una semplice comunicazione al prefetto di Biella Fabrizia Triolo. Come testimonia il documento riportato sotto, quello che l’Unione Industriale Biellese ha mandato ai propri associati, questi sono i requisiti per la riapertura: l’impiego del 35% del personale; la sottoscrizione e applicazione del Protocollo anticontagio sottoscritto a livello nazionale il 14 marzo 2020 da parti datoriali e sociali; la comunicazione al prefetto tramite modulo allegato; la comunicazione alle RSU.

 

 

 

Come detto, tra i requisiti necessari vi è la condivisione del Protocollo anticontagio: si tratta di quello sottoscritto a marzo, valido per tute le aziende sul territorio nazionale, e non di un protocollo specifico elaborato sul territorio. A Prato, infatti, lo scorso 14 aprile è stato aperto il tavolo, coordinato dal Comune di Prato, tra sindacati e associazioni datoriali per la redazione di un Protocollo anticontagio con regole valide per la riapertura tutta la filiera. Il protocollo non è ancora stato concluso.

Come racconta Graziano Brenna, imprenditore piemontese che ha una quota di partecipazione in una ditta di finissaggio di Biella oggi riaperta, decisiva è stata l’azione dell’Unione Industriale Biellese:

 

 

Per Confindustria Toscana Nord non c’è nessun ritardo: “Il caso di Biella è singolare, perché noi abbiamo portato avanti le stesse motivazioni di quel distretto, che oggi ha potuto riaprire – dichiara Francesco Marini, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord -. Il prefetto Lucia Volpe si è attivato, ci si aspetta di riaprire perché è assurdo che si tratti i territori in maniera diversa. Oltretutto Prato sta facendo un lavoro ulteriore, che è quello che sta producendo come risultato un ulteriore Protocollo anticontagio, una garanzia in più per la tutela della salute sul luogo di lavoro”. Nessun errore dell’associazione, per il suo vicepresidente: “Se c’è stato qualcosa che ha fatto perdere velocità al nostro percorso è stato il cambio di prefetto e il protocollo della Regione, che ha imposto regole ulteriormente stringenti di cui il nostro protocollo in elaborazione ha dovuto ovviamente tenere conto”.

Il distretto pratese, al momento, resta al palo e così tutto il manifatturiero toscano. Certo, sembrano trovare una smentita anche le parole del governatore Enrico Rossi, che solo quattro ore fa ha scritto sul suo profilo Facebook: “E così è stato deciso di far ripartire tutti, manifatture e cantieri, il 4 maggio. E a quanto sembra in tutta Italia; come se il virus avesse colpito dovunque allo stesso modo”.
Evidentemente, non in tutta Italia.

 

LS

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CLAUDIO
CLAUDIO
4 anni fa

Le imprese di Biella con il proprio diritto, hanno fatto le loro richieste ed il loro percorso, mi dispiace che la scelta del governo non sia stata quella di aprire agli altri due poli tessili, ma perlomeno accetto la revisione del governo, in merito a questa intollerabile disuguaglianza.