16 Aprile 2020

Coronavirus, le donne meno colpite degli uomini: uno studio prova a spiegare il perché


Da un approfondimento disponibile sul sito di Ars (Agenzia regionale di sanità) Toscana e tratto anche da un report diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità, risulta che ad oggi esista una forte differenza di genere tra uomini e donne a proposito del rischio di infezione e di mortalità da Covid-19, totalmente a vantaggio delle donne.
In Toscana se per la numerosità dei casi esiste un equilibrio tra i due generi, gli uomini necessitano più frequentemente delle donne del ricovero ospedaliero (tasso di ospedalizzazione: 54,3 per 100.000 residenti contro il 33,7 delle donne) e della terapia intensiva (tasso di ricovero in terapia intensiva: 6,3 per 100.000 rispetto a 1,6). I casi con un quadro clinico severo o critico sono il 28% tra gli uomini e il 18,1% tra le donne. La letalità nel campione toscano infine è il 7,6% tra gli uomini e il 3,8% tra le donne.

“Tutti questi dati confermano come anche in Toscana si propenda per delle conseguenze di salute del Covid-19 fortemente sbilanciate per genere – commenta Fabio Voller – cordinatore dell’Osservatorio di epidemiologia dell’Ars – Ricordiamo preliminarmente come le donne abbiano in Toscana e in Italia un’aspettativa di vita più lunga degli uomini, ma vivano più spesso gli ultimi anni di vita in una condizione di disabilità maggiore, e come invece le comorbidità come le patologie cardiovascolari affliggano maggiormente il genere maschile, un fattore spesso concorrente al Covid-19”.
Ma quali sembrano essere i fattori che entrano direttamente in gioco?
Negli uomini esiste una prevalenza di fumatori maggiore rispetto alle donne e il fumo rappresenta un fattore di rischio per contrarre la malattia e per sviluppare un quadro clinico più grave.
Le donne sono più attente all’igiene personale e al lavaggio delle mani, fattore che gioca un ruolo fondamentale nella contrazione del virus.
Uomini e donne inoltre differiscono anche nella risposta immunitaria: le donne sviluppano maggiori risposte immunitarie verso patogeni, compresi i virus, motivo per cui sono meno suscettibili a contrarre infezioni da microrganismi.
Nuove evidenze scientifiche mostrano che, tra uomo e donna, vi sono delle differenze nei meccanismi che stanno alla base della generazione dell’infezione. Differenze che possono essere sia di tipo ormonale che genetico.
Per quanto riguarda le differenze ormonali, sono proprio gli ormoni sessuali che agiscono come importanti modulatori delle risposte immunitarie.
Nelle donne in età fertile gli estrogeni sono in grado di aumentare la presenza del recettore ACE2, facendo sì che questo enzima, anche dopo l’infezione, riesca a svolgere la sua funzione di protezione, in particolare nei confronti dei polmoni. Viceversa, gli ormoni androgeni sembra che svolgano un ruolo opposto nell’influenzare l’espressione di enzimi cellulari coinvolti nelle fasi che seguono l’attacco del virus al recettore, favorendo le fasi successive dell’infezione delle cellule polmonari.

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