“I dispositivi di protezione personale per i lavoratori nei punti vendita sono ancora carenti, ed è in corso un progressivo allentamento delle misure previste nei protocolli ministeriali”. Per queste ragioni la segreteria della Filcams Cgil di Prato conferma “il proseguimento dello stato di agitazione nel terziario, nel commercio e nella distribuzione organizzata». Senza escludere niente: «Non ci limiteremo al semplice ed ennesimo appello, ma ci riserviamo di prendere iniziative anche di mobilitazione».
Quattro le richieste del sindacato: aumentare i controlli e le sanzioni per il mancato rispetto delle procedure previste; stabilire percorsi certi per effettuare a tutti gli operatori test sierologici; uniformare le disposizioni dei decreti della Presidenza del Consiglio alle ordinanze della Regione; uniformare gli orari e le aperture, riducendone le fasce orarie di apertura, per consentire sanificazioni, pulizia e igienizzazioni degli ambienti insieme al rifornimento in sicurezza.
Scrive ancora la Filcams: «L’obbligo del contingentamento degli ingressi all’interno dei punti vendita, l’uso dei dispositivi di protezione individuale per gli addetti e per la clientela, in alcuni casi, vengono interpretati con una gestione superficiale, assolutamente fuori luogo, soprattutto nella sanificazione degli ambienti di lavoro».
«L’apertura dei tavoli di discussione istituzionali – continua il comunicato della segreteria Filcams di Prato – su una eventuale “fase 2”, deve essere imperniata sull’impegno di ogni soggetto a garantire per prima cosa la salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini. Atteggiamenti di superficialità volti ad allentare le regole in nome del profitto, potrebbero avere effetti nefasti sul contenimento della diffusione del Covid-19, mettendo a rischio il sacrificio per la collettività che donne e uomini hanno fatto lavorando in prima linea nel settore, alla stessa stregua di altri».
Così prosegue il documento Filcams: «Abbiamo diffuso e sostenuto la necessità di chiudere le attività del commercio per le festività e siamo soddisfatti che il presidente della Regione Toscana abbia preso la decisione di procedere prima alla chiusura per Pasqua e Pasquetta ed oggi anche per le festività del 25 aprile e del 1° maggio (leggi l’articolo). Deve essere chiaro per tutti che fare la spesa non può e non deve essere la scusa per uscire di casa, ma una necessità. Per tutti questi motivi, riteniamo “irresponsabile” il comportamento di quelle imprese che ancora oggi antepongono il profitto al senso di responsabilità collettiva di cui il paese ha bisogno».