26 Aprile 2020

Fase 2, il “disaccordo” dei Vescovi: “arbitraria” l’esclusione delle Messe col popolo e “compromesso l’esercizio della libertà di culto”


La nota della Conferenza Episcopale Italiana, che esprime un chiaro “disaccordo” per l’impossibilità di tornare a celebrare le Messe col popolo, arriva a stretto giro dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte. Il presidente del Consiglio, infatti, a sorpresa, dopo aver annunciato la progressiva riapertura di tutte le attività economiche, ha annunciato il proseguimento del divieto di tornare alla Messa.

“Dopo queste settimane di negoziato che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie – spiega il comunicato della Cei – il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo. Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico – prosegue la nota – si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.
Dopo settimane di sacrificio che centinaia di migliaia di credenti hanno responsabilmente compiuto per il contenimento della pandemia, di fronte a questo rinnovato divieto, “i Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

Il comunicato ricorda come le promesse del Ministro dell’Interno Lamorgese – “Sono allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto” – nell’intervista rilasciata lo scorso giovedì 23 aprile ad Avvenire, arrivavano dopo un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della CEI, il Ministero e la stessa Presidenza del Consiglio.
“Un’interlocuzione nella quale la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria. Un’interlocuzione nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.

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Maria Angela
3 anni fa

Non potere partecipare alle celebrazioni eucaristiche è inaudito