23 Aprile 2020

La preside di San Niccolò scrive al ministro Azzolina: “Gli studenti vogliono sapere i contenuti dell’esame di maturità. E l’orale facciamolo di persona”


Una lettera aperta al ministro Azzolina per chiedere la possibilità ai maturandi di effettuare un vero e proprio esame orale, dentro le mura della scuola e alla presenza degli insegnanti. Ma soprattutto per invitare il ministero a decidere in fretta quali saranno i contenuti della prova. A inviarla è stata la preside del conservatorio San Niccolò, Mariella Carlotti che interviene nel dibattito lanciato a livello nazionale dal giornalista Paolo Giordano sulle pagine del Corriere della Sera. La preside nella lettera sottolinea come “ad oggi, a poche settimane dalla fine dell’anno scolastico, gli studenti attendono ancora di sapere come avverrà l’esame. Tra l’altro una prova che, in assenza degli scritti, potrebbe avere un peso notevole sulla valutazione finale degli allievi”.
La preside ne approfitta per ripercorrere quanto vissuto quest’anno dagli studenti.

“A loro è stata riservata un’esperienza inedita e drammatica – prosegue – Stanno vivendo da settimane chiusi in casa, dovendo forzatamente rinunciare alla loro solita quotidianità fatta di rapporti affettivi, attività sportive, momenti comuni di divertimento e di viaggio. Forse per la prima volta da molti anni un’intera generazione è stata chiamata a vivere un momento di fatica reale, connotata da paure e preoccupazioni normalmente estranee alla loro età”.

Carlotti però trae anche un lato positivo da questa vicenda. “Tutto questo sta producendo in tanti ragazzi domande che dialogano come non mai con le pagine che studiano: ho letto temi, ho ricevuto lettere, ho ascoltato riflessioni sulla letteratura, la filosofia, l’arte o la storia che non mi era mai capitato di leggere e ascoltare. Mai come ora hanno sentito amica la scuola, hanno cominciato a intuire che il percorso scolastico è partecipe della loro umanità ferita”.

Secondo la preside di San Niccolò questo è anche merito dell’azione della scuola. “Qui siamo partiti immediatamente con la didattica a distanza, ricreando una scuola virtuale con aule e spazi di aiuto, con un orario e una programmazione rimodulate sull’emergenza e riuscendo a raggiungere tutti gli studenti. Inoltre è stato commovente per me vedere la disponibilità di tutti gli insegnanti: mai li ho visti così consapevoli della loro responsabilità educativa”.

Alla luce di queste considerazioni, nella lettera la preside Carlotti ritiene che “quest’anno potremo veramente fare un reale esame di maturità. Perciò, Ministra, la prego: definisca presto il contenuto della prova che li attende e non dimentichi che la domanda che io vorrei fare ai miei alunni quest’anno è: cosa hai imparato in questi mesi? Come quello che hai studiato ha dialogato con la fatica che hai vissuto, con le domande che ti sono esplose dentro? Sarei molto desiderosa di sentirli raccontare a noi adulti, a voce alta, quello che tanti mi hanno scritto o detto: sarebbe un tesoro prezioso per la scuola italiana e per il nostro Paese. E penso che lo stesso contenuto possa avere l’elaborato previsto per l’esame di terza media. Credo che davanti al futuro incerto che ci aspetta, quello che in tanti ragazzi sta avvenendo sia il seme di una speranza reale: non soffochiamolo, ignorandolo o imprigionandolo in forme che nulla hanno a che fare con l’esperienza che stiamo facendo”.

Nel link il testo integrale della lettera inviata al ministro