27 Aprile 2020

L’Anci chiede di abolire la Tari per i periodi di chiusura forzata delle imprese: “Deve essere lo Stato a rimborsare i Comuni”


Anci Toscana chiede alla Regione di attivarsi nella Conferenza Stato-Regioni per la cancellazione della Tari relativa all’anno 2020 per le attività economico produttive chiuse, sia per legge che per le conseguenze dell’emergenza Covid. E’ Francesco Raspini, delegato dell’associazione per politiche ambientali e rifiuti e assessore di Lucca, a scrivere all’assessore Federica Fratoni in proposito.

Questa è la proposta di Anci Toscana: per l’anno 2020 la Tari non è dovuta dalle attività economiche e produttive per il periodo di chiusura imposto dal DPCM dell’11 marzo 2020 e sue successive proroghe. L’esenzione si applica alle attività economiche indicate dal DPCM dell’11 marzo 2020 nonché alle attività economiche chiuse nel medesimo periodo a causa della situazione emergenziale in atto.

Al fine di garantire la continuità del servizio di igiene urbana, il minor gettito, comprensivo dell’addizionale provinciale Tefa, dovuto alle previsioni del comma 1 viene rimborsato dallo Stato ai Comuni in regime di Tari o ai gestori in caso di Tari corrispettivo e alle Province ed alle Città Metropolitane tramite l’istituzione di un apposito fondo.

A tal fine con successivo decreto, da emanarsi entro 60 giorni dall’entrata in vigore del presente provvedimento, del Ministro dell’Economia e delle Finanze verranno stabiliti i termini e le modalità con cui i Comuni in regime di Tari e i soggetti gestori in caso di regime di Tari corrispettivo potranno presentare la domanda per l’erogazione del finanziamento del minor gettito.

“In questa fase di straordinaria emergenza, riteniamo opportuno prendere in considerazione la difficoltà delle attività economiche e produttive nel pagamento della Tari, in riferimento al periodo di chiusura, imposto dalle disposizioni in materia di gestione e contenimento dell’epidemia COVID-19 – scrive Raspini – Al contempo, i soggetti gestori del servizio di igiene urbana e i Comuni, già com’è noto in affanno dal punto di vista finanziario, andrebbero incontro ad un minor gettito che verrebbe a gravare sulla generalità degli utenti Tari o Tari corrispettivo, dato che il regolare svolgimento del servizio di igiene urbana oggi costituisce un presidio indispensabile. Inoltre, si pone l’esigenza di prevenire possibili contenziosi sul corrispettivo del tributo nel periodo in questione. Tale ultimo aspetto, peraltro, assume particolare rilevanza in presenza di norme regolamentari che possono trattare in maniera disomogenea tale fattispecie, creando situazioni di disparità”.

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