11 Aprile 2020

Rsa Comeana, quattro anziani trasferiti al vecchio ospedale: “Sono in condizioni non buone”


Quattro anziani della Rsa di Comeana affetti da coronavirus sono stati trasferiti nel reparto di cure intermedie al vecchio ospedale perché “in condizioni non buone”. Questo è uno dei provvedimenti presi dall’Asl che continua a vigilare con una task force sulla struttura che è stata divisa in due reparti: Covid e non Covid. Nella Rsa quindi restano solo 14 anziani ancora positivi al virus, oltre ai 20 non contagiati.
Invece, i 14 operatori sanitari risultati positivi al tampone nei giorni scorsi sono in fase di sostituzione con personale Asl: attualmente sono al lavoro 11 persone, compresa la direttrice della struttura Paola Lombardi. “Ora la situazione sembra sotto controllo – spiega – proviamo ad andare avanti con la stessa determinazione che abbiamo messo dall’inizio di questa vicenda”. Sulla situazione di questa Rsa, dove i primi casi emersero oltre un mese fa insieme ai primi decessi, ha aperto un’inchiesta la procura di Prato. La struttura ha cominciato a preparare una serie di documenti da fornire agli inquirenti.

Sulle Rsa e Rsd di tutta la Toscana arriva anche una nota dell’Asl. L’azienda fra le varie misure adottate ha inviato un’istruzione operativaalle varie strutture con le indicazioni per dare ulteriore supporto e consulenza sugli aspetti tecnici e organizzativi orientati alla prevenzione della diffusione del virus. Oltre a ciò sono stati effettuati interventi, tuttora in corso, con relativa presa in carico, nonché un confronto quotidiano con le direzioni delle strutture, al fine di supportarle nella gestione delle proprie responsabilità.
L’Asl inoltre ricorda che specialisti, tra cui medici, infermieri o assistenti sanitarie hanno effettuato interventi a favore delle strutture sociosanitarie interessate da casi di positività attraverso il monitoraggio, le inchieste epidemiologiche, tamponi, test sierologici, valutazioni delle condizioni cliniche degli ospiti e logistiche.
L’azienda sanitaria ha inoltre attivato una task force aziendale, composta da medici, infermieri, assistenti sanitarie e gruppi multi-professionali di intervento rapido presso le singole strutture. “Vengono fornite indicazioni di carattere igienico sanitario e organizzativo, oltre a una adeguata formazione per l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale – chiarisce l’Asl – E’ stato anche attivato un supporto organizzativo da parte di infermieri specializzati dotati di una fornitura di dispositivi di protezione avanzati, presidi terapeutici ed assistenziali”.
“Laddove necessario – conclude l’Asl – sono stati avviati opportuni trasferimenti per garantire adeguata assistenza sanitaria, a seguito di valutazioni cliniche. In alcuni casi è stato necessario il ricovero in ospedale. Già in essere un adeguato supporto di personale di assistenza (infermieri ed Oss), dove è stata valutata la possibilità di mantenere gli ospiti nella loro struttura e se nella stessa si sono verificate importanti situazioni di carenza di personale”.

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