20 Aprile 2020

Test sierologici, boom di chiamate ai laboratori convenzionati. Ma non c’è chiarezza sui lavoratori che ne hanno diritto: “Aspettiamo i codici Ateco”


Sono centinaia le telefonate ricevute già da questa mattina dai centri convenzionati con la Regione per lo svolgimento dei test sierologici. Dopo l’ordinanza in cui è stato ufficializzato l’elenco dei laboratori pratesi accreditati (lo ricordiamo sono Biomedical, la Misericordia, Diagnosys e Iama) e delle categorie professionali selezionate per l’esame (leggi l’articolo con tutte le professioni coinvolte), in tanti hanno provato a prendere un appuntamento per effettuare il test sierologico. Peccato però che sulla lista degli aventi diritto ci sia molta incertezza. Per alcune categoria, infatti, non ci sono dubbi, ma per altre la situazione è in bilico. “La categoria degli esercizi commerciali è molto vasta – spiega Antonio Cirri di Iama – A logica sembrerebbero avere diritto al test solo coloro che hanno lavorato in queste settimane, però attendiamo una specifica puntuale da parte della Regione. Per questo motivo da domani abbiamo deciso di iniziare con i test alle categorie dove non ci sono incertezze, tipo tassisti, ditte dei rifiuti e tabaccai”.
A rigor di logica quindi, giusto per fare un esempio, i fornai possono fare il test (sono rimasti sempre aperti), mentre le parrucchiere no (sono chiuse da settimane). Ma i dubbi verranno risolti solo quando la Regione manderà ai vari istituti i codici Ateco di riferimento. “Aspettiamo una lista alla quale attenersi per svolgere i test – spiega Fabrizio Tempesti di Diagnosys – Anche perché vogliamo evitare errori o doppioni. Dei farmacisti ad esempio chi se ne occupa? Noi o l’Asl? Al momento non lo sappiamo. Quindi noi da domani partiamo con i servizi di trasporto pubblico. Per tutte le richieste dubbie ci limitiamo a raccogliere i dati delle persone che ci contattano e poi in un secondo momento gli daremo una risposta”.
Tante le telefonate anche dal tessile. Qui i dubbi sono molteplici. Da un lato ci sono le aziende che hanno convertito la produzione in generi di prima necessità, tipo mascherine. Dall’altro quelle che sperano di potere riaprire nei prossimi giorni, in attesa di notizie positive da Roma. “La verità è che, almeno leggendo l’ordinanza, a nessuna di queste categorie tocca il test sierologico – conclude Cirri – Quindi noi per il momento raccogliamo i dati delle persone interessate, ma al momento senza codici Ateco chiari non diamo appuntamenti”.

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