21 Maggio 2020

Altro che 24 ore, per i tamponi occorrono fino a 10 giorni. La denuncia di Confindustria: “Lavoratori nel limbo, senza poter andare in malattia”


Attese fino a dieci giorni per avere il tampone e il relativo esito, dopo la positività al test sierologico. Lavoratori che rimangono così nel limbo, a casa in isolamento, senza il riconoscimento della malattia, che il medico di famiglia può attestare solo in caso di esito positivo al tampone. Da qui complicati escamotage che vanno dalla fruizione delle ferie a congedi o altre forme del tutto improprie. A segnalare i disagi patiti da imprese e lavoratori è Confindustria Toscana Nord, che sottolinea come tra i tanti ostacoli della Fase 2 per le aziende, c’è anche questo tema: la posizione formale del personale dipendente risultato positivo ai test sierologici e in attesa di tampone.

“I test sierologici sono facoltativi, ma nel caso in cui vengano eseguiti devono ovviamente sottostare a regole rigorose – ricostruiscono gli industriali -. Se un lavoratore viene sottoposto a test e questo ha esito positivo, il tampone è indispensabile per stabilire con certezza la condizione della persona rispetto al contagio. Un passaggio ineliminabile anche perché l’affidabilità dei test sierologici rapidi – quelli comunemente effettuati in Toscana – è bassa e sono possibili risposte non corrispondenti né in un senso né nell’altro”.

“Percorrendo l’iter con le relative tempistiche – scrive Confindustria – il primo passaggio per il lavoratore che riceve risposta positiva al test sierologico è di chiamare il numero verde appositamente istituito dalla Regione Toscana (800 55 60 60), che dovrebbe programmare il tampone entro 24 ore. In realtà i tempi sono ben diversi: il tampone viene talvolta fissato a distanza di 3-4 giorni, che diventano anche di più in quanto il numero verde non è attivo il sabato e la domenica, il che aggiunge due giorni a chi riceva l’esito del test sierologico il sabato. Considerato che occorrono poi altri 4-5 giorni per ricevere l’esito del tampone, si può concludere che il tempo intercorrente fra la comunicazione al lavoratore della positività del test sierologico e l’esito del tampone va dai 5 giorni nei casi più favorevoli ai 9-10 giorni di quelli più sfavorevoli, che incorrano nello stop del servizio nel fine settimana”.

“Durante tutti questi giorni il lavoratore è in un limbo che crea disagio e danno a lui stesso e all’azienda. Infatti, allo stato attuale la posizione formale del lavoratore che risulti positivo ai test sierologici e in attesa di tampone non è di malattia, che è attestata solo dall’esito positivo del tampone. I positivi al test sierologico non devono rimanere a contatto con i colleghi per evidenti motivi, ma i medici – come hanno denunciato essi stessi – non possono emettere certificati di malattia che giustifichino la permanenza del lavoratore al proprio domicilio. Da qui complicati escamotage che vanno dalla fruizione delle ferie a congedi o altre forme del tutto improprie.

Nelle aziende si registra un crescente disagio per questa situazione. Occorre che i tempi vengano ridotti al minimo, anche utilizzando il fine settimana per prendere appuntamenti ed eseguire i tamponi, e che i medici ricevano disposizioni che consentano loro di porre il lavoratore in stato di malattia, l’unico che abbia un senso in questo contesto. E’ quanto stiamo chiedendo alla Regione Toscana, confidando in una risposta quanto più possibile rapida”.

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