16 Maggio 2020

Blitz dei carabinieri in una distilleria clandestina: sequestrati 70 litri di liquore FOTO


Avevano installato una vera e propria distilleria per la produzione di un liquore superalcolico ricavato dalla lavorazione delle foglie di riso che poi rivendevano tra i connazionali. Per questo i Carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Prato ieri sono intervenuti in un area rurale nei pressi di via Delle Viottole (zona Mezzana) sorprendendo tre cittadini cinesi – rispettivamente di 53, 36 e 35 anni – intenti nell’attività di distillazione.

Ad allertare i carabinieri era stato nei giorni scorsi il forte odore avvertito dai militari stessi durante una normale pattuglia per il controllo del territorio. Da li sono partite una serie di attività ricognitive sfociate nel blitz di ieri. I militari si sono trovati davanti ad una vera e propria attività produttiva per la realizzazione di un liquore caratterizzato da una gradazione talmente elevata da farlo classificare quale superalcolico. La distilleria era stata ricavata all’interno di un piccolo capanno in cui i tre cinesi avevano posato in opera tutta l’attrezzatura, in parte muraria ed in parte mobile, caratterizzata dalla tipica presenza di tutte le componenti quali tini, alambicchi, cappe e quant’altro necessario. Rinvenuto anche quasi settanta litri del liquore, pronto già per essere messo in commercio.

A dare la dimensione dell’intensa attività produttiva che si svolgeva sul posto è stato soprattutto l’ingente quantitativo di scarto di lavorazione che era stato stoccato in un terreno adiacente e che poi veniva anch’esso venduto per gli usi più disparati.  Infatti oltre del reato di fabbricazione clandestina di alcol e di bevande alcoliche, i tre cinesi dovranno rispondere anche dell’illecito di deposito incontrollato di rifiuti previsto quale reato dal testo unico sull’ambiente. Il consistente quantitativo di rifiuto era infatti stoccato in assenza delle previste condizioni che ne garantiscono il pieno isolamento dal terreno e s’indaga anche insieme all’agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale per verificare eventuali rischi di contaminazione del sottosuolo e della falda acquifera.

 

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