8 Maggio 2020

Covid, la fine dei contagi in Toscana entro maggio: o prevede l’Agenzia Regionale di Sanità


“È probabile che l’R0  in questo periodo si sia abbassato a un valore  inferiore a 1, circa 0,7 negli ultimi giorni (quindi un infetto contagia mediamente meno di un’altra persona), ma la fine del  lockdown  potrebbe portare a un nuovo aumento di casi. Siamo nella parte della curva in cui la crescita è rallentata, ma non si è ancora esaurita”. 

Lo riporta nel report di oggi l’Agenzia regionale di sanità (Ars), che rende noti anche gli scenari epidemiologici futuri in Toscana.  “Secondo la nuova proiezione, che sembra descrivere meglio i dati al momento – è scritto nel report – la fine dei contagi dovrebbe avvenire nel mese di maggio.  I dati giornalieri in alcuni casi oscillano molto, probabilmente a causa dei ritardi e integrazioni nell’esecuzione delle analisi e nella comunicazione dei dati. I nuovi  casi quotidiani negli ultimi giorni sembrano essersi stabilizzati su  valori   inferiori ai 50  e la  maggioranza dei nuovi casi  si concentra territorialmente all’interno della  provincia di Firenze. Ma  l’aumento del numero di tamponi  effettuato ogni giorno sta  ritardando o rallentando questa decrescita  rispetto all’iniziale andamento atteso, portando ad una maggior emersione dei casi con sintomi lievi.   Questi scenari possono poi risentire anche dell’eventuale presenza di cluster di casi (come ad esempio nelle Residenze sanitarie assistite). Inoltre ci aspettiamo nei prossimi giorni che la curva dei nuovi casi, spesso asintomatici, possa essere sorretta dalle persone intercettate attraverso la massiccia campagna di test sierologici che la Regione Toscana ha implementato su molti degli operatori del settore pubblico e del settore privato”.

RICOVERI.  Per la regione Toscana nel suo insieme, in questa fase dell’epidemia la  percentuale di ricoverati  è del 10%, di questi il 18,1% necessita di cure intensive. Incidenza, velocità di crescita della curva epidemica, percentuali di ricoverati e proporzione dei ricoveri in terapia intensiva variano notevolmente nelle tre aree vaste. Le ragioni di queste differenze sono probabilmente molteplici: struttura demografica della popolazione, densità abitativa, tempo d’insorgenza dei primi contagi, organizzazione della rete ospedaliera e territoriale, criteri per l’indagine epidemiologica. La situazione, aggiornata al 7 maggio, mostra come in ciascuna Asl la  disponibilità di posti letto di terapia intensiva e di area medica è molto  superiore ai posti letto occupati da degenti con Covid-19.

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