12 Maggio 2020

Giornata internazionale dell’infermiere, niente celebrazioni ma solo tanto lavoro: “Non chiamateci eroi”


Oggi è la giornata internazionale dell’infermiere. Un momento molto simbolico perché parliamo di una categoria che in questi mesi è stata in prima fila per aiutare i loro pazienti. “Noi non siamo eroi – spiega Gabriele Panci presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche di Prato – siamo infermieri. In questi anni la professione è diventata sempre più strategica per la società e adesso ai tempi del coronavirus permette di poter aiutare gli altri e dà tante soddisfazioni ma richiede impegno e dedizione e tanto studio. Quest’anno avevamo preparato diversi avvenimenti per il bicentenario della nascita della Nightingale ma abbiamo annullato tutto perché siamo impegnati ognuno nei propri reparti e ricordo anche tutti quelli che lavorano come liberi professionisti (a Prato ci sono 1400 iscritti) per cercare di aiutare e dare supporto ai tanti pazienti. Noi seguiamo quei precetti e quelle linee guida che vennero istituiti nel 1860 con il Notes on Nursing, smilzo libretto di 136 pagine, che è diventato pietra miliare del curriculum delle scuole per infermieri. Ora l’infermiere per accedere alla professione si deve laureare e può specializzarsi. L’abbiamo toccato con mano in questi mesi il nostro impegno è quello di garantire l’umanizzazione dell’assistenza. La tenacia ha lasciato il posto allo scoramento, soprattutto perché molti infermieri durante questi mesi sono stati lontani dalle proprie famiglie per non correre il rischio di contagiare qualche familiare – conclude Panci – Ci sono stati momenti in cui abbiamo pensato di non farcela ma ci siamo sempre aiutati perché essere infermiere non è solo un’abilitazione ma è qualcosa di più”.

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