11 Giugno 2020

L’opposizione abbandona il consiglio comunale in streaming: “Basta privilegi, vogliamo tornare in aula”. La replica del Pd: “Il privilegio è prendere il gettone di presenza”


Gesto di protesta dell’opposizione in consiglio comunale questo pomeriggio. Lega (con l’eccezione di Curcio), Fratelli d’Italia e lista Garnier hanno abbandonato il collegamento in streaming per dare forza alla richiesta di tornare a svolgere in aula i consigli comunali. “Lo abbiamo chiesto nelle sedi istituzionali opportune – spiegano dalla Lega – ma l’appello di riprendere il nostro lavoro in presenza fisica ci è stato respinto ogni volta. Per questo motivo, oggi , abbiamo deciso di abbandonare il collegamento streaming. La nostra è una contestazione simbolica, ma con alla base delle valide motivazioni”.

“Vogliamo tornare in Consiglio: lavorare da casa è un privilegio inutile e oltretutto limitante per l’opposizione aggiunge Patrizia Ovattoni, che chiede al presidente Alberti di farsi promotore con il governatore Rossi della richiesta di tornare a organizzare i consigli comunali in presenza. “Lo spazio c’è ed è giusto che anche i politici tornino a lavoro come hanno fatto operai, impiegati, commercianti, artigiani, professionisti, imprenditori. Purtroppo le nostre richieste cadono nel nulla: ci dicono che non sarebbe sicuro” aggiunge Ovattoni.

“Tutto questo – afferma la Lega – è veramente paradossale: ci è stato detto che, se vogliamo, possiamo andare in palazzo comunale su prenotazione e comunque non possiamo andarci tutti. E’ inaccettabile che possiamo andare ovunque, come in palestra, dal panettiere, in pizzeria o in piscina, che siano stati riaperti anche i circoli, ma non si possa andare in palazzo comunale per le sedute del Consiglio: è una grave limitazione di libertà. Secondo noi la politica non deve avere privilegi: si stanno svolgendo da molto tempo le sedute del Parlamento a Roma, sia alla Camera che al Senato, e sono riprese anche le sedute del Consiglio regionale, nel rispetto delle norme con distanze e mascherine. In un salone comunale grande come il nostro è assurdo dire che non sia possibile. La politica deve tornare a svolgere a pieno le sue funzioni: basta con le sedute in streaming” concludono i consiglieri leghisti.

Sulla vicenda il consigliere Curcio chiarisce la propria posizione: “Non ero a conoscenza del gesto di protesta della Lega – dice – altrimenti avrei aderito anche se devo riconoscere che il divieto a tenere i consigli comunali in presenza non è una scelta politica del sindaco o del presidente Alberti, bensì un atto dirigenziale. E’ infatti il dirigente che risponde civilmente e penalmente del mancato rispetto del documento valutazione rischi del Comune”.

La replica del Partito Democratico non si fa attendere: “E’ scandaloso l’abbandono dopo sole 2 ore di consiglio comunale da parte di Lega (Curcio escluso), Fratelli d’Italia e Lista Garnier. Anche noi auspichiamo il ritorno alla normalità ma senza far mancare la sicurezza a nessuno – spiegano dal Pd – Chiamare privilegi le sedute in streaming del Comune di Prato è assurdo: l’unico privilegio è percepire il gettone di presenza come loro oggi seguendo i lavori per meno della metà del tempo. Il Comune di Prato è stato tra i primi in Italia con i propri dipendenti in telelavoro, a permettere lo svolgimento delle Commissioni e dei Consigli in streaming e ha redatto un Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) sulla base delle normative regionali e statali”.

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