17 Giugno 2020

Inchiesta gara Tpl, Mobit replica a Rossi: “Noi parte offesa”. Cap e Copit: “Da Rossi dichiarazioni scomposte”


Il consorzio Mobit non ci sta e rispedisce al mittente le accuse rivolte dal governatore della Toscana, Enrico Rossi, che risulta indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla gara regionale del tpl. Mobit, di cui è capofila Cap, tiene a precisare che, “in riferimento all’indagine in corso, il Consorzio è semplicemente parte offesa e che come tale sta collaborando con le autorità inquirenti nella misura in cui è consentito dalla legge. Rimettiamo invece al mittente le accuse che vogliono questa indagine come un tentativo di “bloccare” la gara del TPL che ha visto recentemente fissata la data dell’udienza di merito del Consiglio di Stato per il prossimo 8 ottobre e le cui dinamiche processuali, tutt’altro che concluse procedono indipendentemente dall’inchiesta penale” si legge ancora nella nota diffusa da Mobit, che esprime solidarietà ai suoi consorziati “che hanno ritenuto di presentare un esposto sulla vicenda della gara TPL limitandosi ad esporre alle autorità inquirenti i fatti accaduti. Aspettiamo, fiduciosi nell’operato dei magistrati, gli esiti dell’indagine per comprendere cosa sia effettivamente accaduto nell’interesse di tutti i cittadini” termina Mobit.

Sulla vicenda intervengono anche i presidenti di Cap e Copit, Giuseppe Gori e Antonio Principato, due delle aziende che fanno parte del consorzio Mobit. In particolare, in riferimento alla polemica sollevata intorno all’iscrizione nel registro degli indagati del Presidente Rossi, ed anche intorno alle apparenti ragioni di tale iscrizione, i due presidenti sottolineano che “una serie di anomalie e di singolarità, nel corso della procedura di gara pubblica, hanno indotto due Società consorziate (CAP di Prato e COPIT di Pistoia) a riferire i fatti alla competente Procura della Repubblica, rispettivamente nel Giugno e nel Dicembre 2019. Sono stati riferiti fatti, non opinioni, lasciando naturalmente alle indagini della Procura i necessari accertamenti” scrivono i presidenti di Cap e Copit. A proposito dell’intervista resa dal governatore della Toscana il 13 novembre 2015, le due società sottolineano che “RATP (e con lei Autolinee Toscane, che fa parte del gruppo) non aveva vinto niente, giacché era ancora in corso la valutazione da parte della Commissione giudicatrice del PEF (Piano economico finanziario) presentato dai due concorrenti: valutazione che è stata effettuata soltanto dopo l’intervista, in data 17.11.2015, mentre l’aggiudicazione provvisoria a favore di Autolinee Toscane è avvenuta ancora dopo, in data 24.11.2015”.

Cap e Copit dunque – si legge ancora nella nota – “hanno chiesto alla Procura di verificare se, attraverso le dichiarazioni del Presidente Rossi, sia stato condizionato ed influenzato l’operato della Commissione giudicatrice, la quale, dopo l’intervista, aveva svolto il suo esame ed aveva concluso che il PEF prodotto (anche) da Autolinee Toscane era coerente e sostenibile rispetto alle prescrizioni di gara.  Tale verifica appariva ancora più necessaria per la circostanza che il TAR Toscana, con sentenza in data 21.9.2016, aveva annullato l’aggiudicazione in favore di Autolinee Toscane-RATP proprio per la non conformità e la non coerenza del PEF, con ciò palesando il rilievo essenziale che tale documento possedeva ai fini della aggiudicazione della gara e la valutazione antigiuridica che ne aveva fatto la Commissione giudicatrice”.

Cap e Copit osservano infine che “la Procura ben avrebbe potuto e dovuto chiedere la archiviazione, qualora avesse ritenuto infondati gli esposti, e che essa – viceversa – sta procedendo, dopo lunghi mesi di indagini. In quanto poi alle scomposte dichiarazioni del Presidente Rossi, che tratta da calunniatori gli autori degli esposti e delle denunce, le persone e le Società interessate reagiranno nelle competenti sedi giudiziarie” conclue la nota.

 

 

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