12 Giugno 2020

Inchiesta mascherine, l’opposizione chiede le dimissioni di Rossi: “Spreco di soldi pubblici senza controlli”


“Chi gestisce i soldi dei cittadini deve farlo nella maniera più oculata possibile, ma durante questa emergenza, in Toscana, non è stato così. Prima il caso dei 200 ventilatori strapagati 7 milioni di euro e mai ritirati, ora le mascherine irregolari commissionate a un’azienda che sfruttava manodopera in nero. La misura è colma. Il presidente Rossi, prima ancora di valutare eventuali azioni legali, dovrebbe sospendere i vertici di Estar, la centrale d’acquisto unica della Regione Toscana, per lo meno fino alla conclusione delle indagini”. Così si esprimono Irene Galletti, candidata alla presidenza della Regione per il Movimento 5 Stelle, che ha depositato un’interrogazione in Consiglio regionale su questo argomento, e Chiara Bartalini, capolista nella circoscrizione di Prato.
“In questi mesi Estar ha incassato centinaia di migliaia di euro sotto forma di donazioni da parte dei cittadini desiderosi di dare una mano – sottolinea Galletti -. E’ anche per questo che abbiamo il dovere di pretendere trasparenza e correttezza da chi ha avuto in gestione questi soldi e che doveva utilizzarli per mettere in sicurezza i toscani”.
“Il fallimento più grave – aggiunge Bartalini – è quello di una Regione che ha demandato ogni tipo di controllo alle forze dell’ordine. Un’ammissione di debolezza preoccupante, che non può essere giustificato con l’emergenza sanitaria. Per questo, oltre alla sospensione dei vertici di Estar, chiediamo a Rossi di rafforzare il controllo sugli appalti pubblici e non solo quelli in materia di sanità. Non possiamo sempre aspettare che sia la guardia di finanza a intervenire”.

Sul tema interviene anche la Lega il Portavoce dell’opposizione in consiglio regionale Jacopo Alberti chiede una comunicazione della Giunta sull’indagine della Guardia di Finanza e auspica le dimissioni, oltre che dei vertici Estar, anche del presidente Enrico Rossi.
“Le indagini della Guardia di Finanza hanno portato alla luce un altro gravissimo spreco di soldi pubblici da parte di Rossi e dei vertici di Estar – dice Jacopo Alberti – in due settimane, abbiamo appreso di come siano stati buttati al vento milioni di euro dei cittadini toscani, a causa dei mancati controlli che sarebbero dovuti essere fatti sulle ditte fornitrici, sia di Dpi che di ventilatori. Già il 12 maggio, rispondendo a una mia interrogazione, la Regione aveva ammesso che ancora le mascherine non avevano avuto la validità dell’Istituto Superiore di sanità, ma che i documenti erano stati inviati sulla base di un prototipo testato in un laboratorio toscano e dal Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze, anche al Ministero della sanità. Se però lo stesso ISS, come riportato dalle indagini della Gdf, aveva già “espresso, in ragione della mancata rispondenza ai requisiti previsti, parere non favorevole alla produzione e commercializzazione di mascherine” da parte della ditta cinese incriminata, come ha potuto la Regione fidarsi di tale ditta?”.

“ È evidente che è mancato il controllo, ancora una volta – prosegue Alberti – da parte dei vertici di Estar, come accaduto con i 7 milioni pagati per 200 ventilatori polmonari mai arrivati. Ed è altrettanto evidente che tutta l’operazione mascherine gratis è una grande bufala di Rossi, che fin dall’inizio ha cercato in tutti i modi di guadagnare consenso tra i toscani. Adesso infatti è quarto nella classifica dei governatori più apprezzati, ma al prezzo di 50 milioni di euro di soldi pubblici spesi tra mascherine inutili e ventilatori fantasma. L’emergenza Coronavirus ha portato allo scoperto la mancanza di nervi saldi e sangue freddo di Rossi e dei vertici di Estar: non è che siccome c’è emergenza, si possono dare milioni al primo che si presenta alla porta della Regione senza fare due controlli. Al prossimo consiglio regionale, il Governatore dovrebbe venire di persona a rispondere delle gravi mancanze – conclude Alberti – oppure venga a dirci che si dimette”.

Sul caso si esprimono anche Diletta Bresci e Patrizia Ovattoni, rispettivamente consigliere provinciale e capogruppo in consiglio comunale a Prato. “Ci teniamo innanzitutto a fare un plauso alla Guardia di Finanza, che sta conducendo l’indagine e grazie alla quale scopriamo che c’erano coinvolte anche 28 ditte cinesi in subappalto e soprattutto con 90 clandestini a lavoro senza alcun controllo. Da tempo – continuano le esponenti della Lega- ci battiamo e continueremo a farlo affinché sia chiaro che chiunque voglia lavorare a Prato e in Italia, debba attenersi alle regole, per scongiurare situazioni lavorative simili che certamente non fanno bene ai lavoratori, all’economia e all’immagine locale.
Auspichiamo che la Regione Toscana a guida PD – concludono Bresci e Ovattoni – faccia più attenzione a valutare i propri “partner”, dal momento che in pochi giorni, oltre che per le mascherine, si è resa protagonista della questione dei ventilatori polmonari, mai arrivati”.

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