16 Luglio 2020

Classi pollaio, la Provincia scrive al ministro Azzolina: “Siamo preoccupati per gli accorpamenti e la mancanza di personale docente”


Prosegue il lavoro dell’amministrazione provinciale sul fronte scuola in vista di settembre. Oggi il presidente Francesco Puggelli ha ricevuto una delegazione di professori, studenti e genitori in rappresentanza dell’istituto Copernico. Al termine dell’incontro Puggelli ha concordato di scrivere al ministro della pubblica istruzione Lucia Azzolina.

“No alle classi pollaio”. Sono assolutamente d’accordo con le questioni poste dai professori, genitori e studenti – ha spiegato il presidente Puggelli – e condivido appieno le loro preoccupazioni sull’accorpamento delle classi a causa della mancanza di personale del corpo docente. Anche se la Provincia non ha competenze dirette sull’organizzazione della didattica, penso che solo se ognuno fa la propria parte, e per ognuno intendo a Roma come sul territorio, possiamo garantire tutti assieme un avvio di anno scolastico dignitoso: come Provincia abbiamo investito più di dieci milioni di euro in grandi progetti e stiamo lavorando per assicurare aule sufficienti per tutti gli studenti a settembre. Eppure siamo al paradosso: nonostante gli spazi più che adeguati, in grado di rispondere all’emergenza senza ricorrere a soluzioni precarie come le tensostrutture, che pure vedremo in alcune zone del nostro Paese, si rischia comunque di lasciar vuote le aule perché mancano i professori e avere di conseguenza delle “classi pollaio”. Per questo, al termine dell’incontro che si è tenuto oggi in Provincia, abbiamo deciso di scrivere direttamente al ministro Azzolina, per segnalarle le gravi criticità che affliggono l’organico del territorio pratese. Un dato su tutti parla da solo: il territorio pratese è l’unico in tutta la regione a segnare una costante crescita della popolazione scolastica, e invece arriveremo a settembre con un numero insufficiente di cattedre. Questo non deve succedere. Per 5 mesi abbiamo atteso delle linee guida che si sono rivelate assolutamente inadatte a risolvere i problemi legati all’emergenza. Noi come enti locali abbiamo fatto un grosso lavoro e dimostrato responsabilità. Dal Ministero doveva arrivare una risposta altrettanto forte con l’assunzione di nuovi insegnanti. L’investimento sul numero dei docenti è una garanzia per il futuro: una classe di venti ragazzi anziché di trenta giova alla salute della didattica e di tutti i soggetti che compongono la scuola.”

Sempre nella giornata di oggi si è svolto, nel pomeriggio, un nuovo incontro con i dirigenti delle scuole superiori, in cui è stato fatto il punto sul lavoro di inserimento dei dati sul numero degli studenti e degli spazi che gli istituti devono effettuare sul cosiddetto “cruscotto” e sull’andamento dei lavori in vista del prossimo tavolo regionale che si svolgerà il 21 luglio e della conferenza dei servizi della prossima settimana.

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