10 Luglio 2020

Denaro riciclato per conto di “Cosa nostra”: la Finanza sequestra oltre 38 milioni di euro tra conti correnti, immobili e aziende


La Guardia di Finanza di Prato ha sequestrato oltre 38 milioni di euro tra conti correnti, imprese, immobili ed automezzi di proprietà della famiglia mafiosa di Corso dei Mille di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, ritenuti provento di attività illecita. Il maxi sequestro fa seguito all’operazione denominata “Golden Wood”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, che lo scorso febbraio portò all’arresto di 12 persone e all’iscrizione nel registro degli indagati di altre 60, accusate a vario titolo di associazione a delinquere e riciclaggio di decine di milioni di euro, al fine di favorire Cosa nostra.

Il Tribunale di Firenze ha emesso numerosi decreti di sequestro preventivo finalizzato all’eventuale successiva confisca di disponibilità finanziarie. In particolare sono stati sequestrati 9 immobili, tra cui una lussuosa villa nella riviera romagnola, una villetta sulla costa palermitana, due appartamenti sulla riviera ligure di Ponente con pertinenti box, un immobile di Prato ove ha sede un bar e due terreni agricoli nel palermitano; 8 autoveicoli, alcuni dei quali di grossa cilindrata, ed un motoveicolo; 22 rapporti finanziari, tra cui conti correnti, polizze vita, buoni postali e fondi comuni d’investimento, per un controvalore pari a circa 1,2 milioni di euro; denaro contante per oltre 200.000 euro e 4 imprese operanti nel settore del commercio all’ingrosso di imballaggi.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti nel corso delle indagini, il sodalizio avrebbe riciclato oltre 38,6 milioni di euro, provento degli affari criminali della “famiglia mafiosa di Corso dei Mille” di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, figlio di Francesco, condannato all’ergastolo sia per la strage di via d’Amelio a Palermo che per quella di via dei Georgofili a Firenze.

Per gli inquirenti il gruppo criminale, al fine di immettere nel circuito economico denaro di provenienza illecita, avrebbe creato e gestito – direttamente e tramite una serie di prestanome – una galassia di 33 imprese attive nel settore del commercio di pallets, con sedi in tutto il territorio nazionale ed in particolare in Toscana, Sicilia e Lazio, per un giro di fatture inesistenti di oltre 50 milioni di euro.

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