Gara Tpl, Mobit prosegue la sua battaglia legale: “Nessun ostruzionismo, ma tutela dei nostri diritti”. Sulla cessione dei beni, contesa da 100 milioni di euro con AT VIDEO


Esposti in Procura e alla Corte dei Conti. Diffida al nuovo responsabile unico del procedimento in Regione, affinchè stoppi la stipula del contratto di servizio con i francesi di Autolinee Toscane-Ratp. Memorie integrative affinchè il Consiglio di Stato, chiamato nel prossimo ottobre a decidere in merito al ricorso sull’aggiudicazione della gara per il trasporto pubblico locale, valuti i documenti dell’inchiesta penale che ipotizza, fra i vari reati a carico di sei indagati, anche la turbativa d’asta. Sono le mosse legali che Mobit sta portando avanti per difendere i propri interessi e quelli dei soci pubblici delle aziende consorziate, fra cui diversi comuni toscani.
Secondo gli attuali gestori, la gara da 4 miliardi di euro per i prossimi 11 anni, che si trascina da otto anni, non ha ancora un verdetto definitivo. Dunque Mobit, continua a chiedere alla Regione di attendere il pronunciamento del Consiglio di Stato. Allo stesso tempo respinge le accuse di abuso di posizione dominante e ostruzionismo sulla cessione dei beni e il passaggio di 5.000 dipendenti ad Autolinee Toscane.

L’operazione vede ancora tanti nodi contrattuali e punti controversi fra le due parti, che incidono complessivamente per circa 100 milioni di euro. Le discrepanze nelle valutazioni dei beni pesano per 10 milioni; ammontano a 50 milioni i Tfr accumulati dai lavoratori sulla cui modalità di gestione manca l’accordo tra le parti; e altri 40 milioni in ballo riguardano l’incerto regime fiscale a cui è soggetta la compravendita. Su questi ultimi due aspetti Mobit, chiede garanzie fideiussorie che Autolinee Toscane non è disposta a riconoscere. In più gli attuali gestori pretendono che nei contratti sia inserita la clausola di reversibilità, come indicato dal Consiglio di Stato, in modo da tornare in possesso dei beni, nel caso in cui l’esito della gara fosse ribaltato o la stessa venisse annullata. Clausola che Autolinee Toscane è disposta a riconoscere solo a fronte di sentenza della giustizia amministrativa passata in giudicato. Condizione non accettata da Mobit.

Sotto le motivazioni espresse dal presidente di Mobit Giuseppe Gori


Mobit contesta anche la regolarità delle delibere di giunta regionali che hanno stanziato 100 milioni di euro a chi gestirà il trasporto su gomma nei prossimi 11 anni, viste le mutate condizioni di mercato rispetto all’indizione della gara.

Sotto l’intervista a Luciano Grazzini, consigliere di Mobit, espressione di Bus Italia.

Intanto sulla vicenda del subentro di Autolinee Toscane è intervenuta l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm), che ha emanato un provvedimento per confermare le misure cautelari provvisorie deliberate il 3 giugno nei confronti degli attuali gestori del Tpl in Toscana riuniti nel consorzio One Scarl: l’Autorità ha intimato alle aziende di trasmettere tutte le informazioni e i dati necessari per consentire il subentro di Autolinee Toscane nella gestione del servizio.  Oggi Giuseppe Gori, presidente di Cap, azienda di One Scarl, ha spiegato che “è arrivata una lettera dell’Agcm che chiede chiarimenti su documenti riservati, che abbiamo evitato di consegnare perchè sono riservati, e riguardano le nostre specificità industriali, o notizie riservate sui dipendenti. Il legale che ci supporta ci ha detto che dovrebbe avere nei prossimi giorni un nuovo incontro con l’Agcm”.

Secondo l’Autorità la mancata trasmissione dei documenti “ha determinato e continua tuttora a determinare un ostacolo alla positiva conclusione delle attività propedeutiche al trasferimento dei beni essenziali, immobili e mobili, nei termini previsti dai cronoprogrammi succedutisi nel corso del tempo e, conseguentemente, alla sottoscrizione del contratto di servizio con At per il subentro nell’offerta di servizi di Tpl regionale”. L’Autorità parla di “precisa strategia omissiva, dilatoria e ostruzionistica” delle aziende di One Scarl. Una tesi, come riportato sopra, confutata dagli attuali gestori.

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