11 Settembre 2020

Guerra del gas, si avvicina la sentenza: dopo 10 anni dai fatti sarà prescrizione o assoluzione


E’ alle battute finali, dopo oltre sei anni dalla richiesta di rinvio a giudizio, il processo di primo grado sulla “guerra del gas”, che vede imputati, per fatti risalenti a 10 anni fa con l’accusa di turbativa d’asta e abuso di posizione dominante Paolo Abati, direttore generale di Estra, Luciano Baggiani, presidente dell’assemblea dei soci di Consiag e altri tre dirigenti del gruppo: Paolo Quercioli, Cesare Calistri e Alessandro Puccetti.
La vicenda è quella della gara del gas, che il Comune di Prato, sotto la giunta Cenni, nel 2010 decise di indire per il proprio territorio comunale, optando per la liberalizzazione e scontrandosi con le resistenze di Estra, allora gestore del servizio sull’intero territorio provinciale. Si opposero alla gara unica del Comune di Prato, anche gli altri comuni soci di Consiag (guidati dal centrosinistra), contrari allo scorporo della rete e propensi ad aspettare la definizione degli ambiti intercomunali per procedere ad una successiva gara di ambito. I dati tecnici necessari all’indizione della gara, richiesti dal Comune di Prato, furono raccolti e tenuti in un cassetto dai vecchi gestori; consegnati soltanto dopo le pronunce della giustizia amministrativa nel 2011.

I reati  contestati sono destinati a cadere in prescrizione (a cui le difese non hanno rinunciato), ma nella precedente udienza il pubblico ministero Lorenzo Gestri ha chiesto proprio che il collegio dei giudici dichiari la prescrizione e non pronunci sentenza di assoluzione. Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero messo in atto condotte collusive e usato mezzi fraudolenti, negando la trasmissione di dati utili al Comune di Prato per l’indizione della gara, opponendo azioni legali pretestuose e coinvolgendo nella strategia dilatoria altri comuni consorziati in Consiag.
Completamente opposta la posizione degli avvocati difensori Rocca, Lucibello, Cipriani e Denaro, che nelle loro arringhe hanno chiesto l’assoluzione dei propri assistiti e citato le sentenze di Consiglio di Stato e Corte dei Conti, favorevoli ad Estra. “Certo che c’è stata una strategia oppositiva, ma era pienamente legittima” ha detto oggi in aula l’avvocato Rocca, che ha riportato alcuni passaggi della sentenza del Consiglio di Stato, secondo il quale, la condotta di Estra e Consiag “se valutata in base ai criteri degli altri settori dell’ordinamento, non costituisce di per sé illecito, ed anzi rientra in astratto nella lecita difesa del proprio patrimonio”.

“I nostri assistiti non si sono mossi per avere profitti – ha affermato l’avvocato Alberto Rocca -. Il Comune di Prato voleva massimizzare i propri introiti e fare cassa (al subentro del nuovo gestore, incassò da Toscana Energia, vincitrice della gara, 18 milioni di euro, ndr), un intento legittimo, ma all’evidenza dei fatti diverso da quello di assicurare ai propri cittadini un servizio a prezzi più convenienti. Il che la dice lunga su chi in questa vicenda ha esercitato la vera tutela pubblicistica: lo hanno fatto coloro che si sono opposti a quella gara”.

Nella memoria, in cui si chiede ai giudici di pronunciare l’assoluzione nel merito e di non dichiarare l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione, l’avvocato Rocca sottolinea inoltre che il protrarsi del processo è stato “cagionato dalle scelte dell’ufficio della Procura” e che la difesa “subendole, abbia operato, per converso, scelte del tutto volte a facilitare un processo rapido”, come quella di rinunciare “a quasi tutti i propri testi” e di “prestare un consenso “omnibus” alla utilizzabilità necessaria per i mutamenti di Collegio verificatisi ben cinque volte”.

La sentenza è attesa tra dieci giorni.

D.Z.

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