18 Settembre 2020

Le associazioni cinesi chiedono la misurazione della febbre all’ingresso di ogni scuola


Si è tenuto questa mattina nel cortile degli uffici di via Roma 101 l’incontro tra Comune, Provincia, scuole, Pin e nove associazioni cinesi. Per il Comune di Prato erano presenti gli assessori alla Cittadinanza e alla Pubblica istruzione e i responsabili dei rispettivi uffici, per la Provincia il Presidente e per il mondo scolastico la dottoressa Pizzuti dell’ufficio scolastico provinciale e i dirigenti scolastici degli istituti dove, in questi primi giorni di scuola, si è registrato il tasso più alto di assenze tra studenti di origine cinese. Una riunione utile per uno scambio di informazioni e di osservazioni nell’interesse dei bambini, nella consapevolezza di un rientro a scuola particolarmente complesso inficiato anche dalla paura dei contagi.
L’assessore alla Cittadinanza ha ricordato come, sin dai mesi precedenti il lockdown, il continuo confronto tra le istituzioni e i rappresentanti della comunità cinese, a tutti i livelli, abbia permesso a Prato di muoversi in modo univoco e di gestire al meglio la fase più critica dell’emergenza Coronavirus, oltre ogni aspettativa. Un dialogo che in questa fase di ripartenza è ancor più indispensabile per andare avanti uniti nella medesima direzione.
L’assessore alla Pubblica istruzione ha ricordato, insieme ai dirigenti, tutte i provvedimenti messi in campo per una gestione in sicurezza degli spazi, il rispetto delle norme sul distanziamento sociale, i principali punti del patto di corresponsabilità scuola-famiglia, le modalità di entrata, uscita e gestione di eventuali casi positivi in ambito scolastico. Soprattutto, è stato sottolineato come la frequenza della scuola in età 6-16 anni è prevista come un obbligo per la legge italiana, ma soprattutto come garantire istruzione e socialità in questa fascia di età è importantissimo per la crescita dei bambini, anche sotto il profilo del loro benessere.
I rappresentanti delle associazioni cinesi hanno ribadito la fiducia e l’apprezzamento per l’organizzazione all’interno delle scuole, sollevando la proposta di dare maggiori garanzie alle famiglie misurando la temperatura degli studenti a scuola, oltre che a casa come già previsto oggi dai patti di corresponsabilità. Una soluzione che potrà essere verificata nella sua fattibilità in tutti gli istituti cittadini, ma che al momento è già applicata nei nidi e nelle scuole dell’infanzia comunali dove i numeri ridotti di bambini permettono una gestione della fase di misurazione della temperatura senza particolare difficoltà.
Un ulteriore confronto è previsto verso la metà di ottobre, dopo che sarà entrato in vigore il tempo lungo in tutte le scuole.

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