28 Ottobre 2020

#SIAMOATERRA: 150 gestori di locali da Pistoia e Prato per la manifestazione di Confcommercio FOTO


“Siamo a terra è il grido d’allarme silenzioso, composto e rispettoso di una categoria che sta pagando fin dall’inizio uno dei prezzi più alti per la pandemia e che oggi è qui per essere ascoltata”. Stefano Morandi, presidente di Confcommercio Pistoia e Prato, apre così il commento alla manifestazione di Fipe-Confcommercio che coinvolge l’intero comparto della somministrazione in 24 città italiane. Alla manifestazione, come si vede dalla foto in evidenza, hanno partecipato anche gli assessori comunali di Prato Benedetta Squittieri e Ilaria Santi.

 

 

“Siamo scesi in piazza con oltre 150 i ristoratori, i gestori di bar, locali, gelaterie e pasticcerie delle province di Prato e di Pistoia per ribadire il valore di un settore che non solo è fondamentale nella tenuta economica di un territorio, ma che ne determina la vita e la socialità. Non possiamo permetterci che la categoria rischi il suo stesso futuro – continua Morandi -. Dietro a queste attività ci sono persone, famiglie, e al tempo stesso ci sono punti di riferimento fondamentali per le città e per i suoi abitanti. La loro scomparsa porterebbe conseguenze drammatiche su più fronti. Ed è proprio per evitarle che è indispensabile individuare misure economicamente e socialmente sostenibili”.

 

 

 

“È doveroso fare sforzi per contrastare la diffusione del virus, ma la risposta non può essere soltanto più chiusure. Il Governo non può puntare il dito contro a delle attività come se queste fossero veicolo del virus, soprattutto perchè non esiste alcun dato che supporti questa tesi – afferma Morandi -. Gli operatori del settore si sono impegnati fin da subito ad adattare le proprie attività nel rispetto delle norme con l’obiettivo di lavorare in sicurezza, per se stessi, per i propri dipendenti e per i clienti. Gli indennizzi a fondo perduto per i pubblici esercizi previsti dal Decreto Ristori, insieme alle tempistiche precise e agli iter semplificati e certi per ottenere ristori, sono un primo passo nella giusta direzione ma non sono sufficienti. Siamo consapevoli che le nuove restrizioni causeranno un’ulteriore crollo nei consumi con conseguenze determinanti per l’intera filiera agroalimentare e per la stessa tenuta economica e sociale dei territori. Il confronto deve andare avanti rivedendo chiusure e orari delle attività. Le imprese sono fatte per lavorare e per vivere, e dalla loro attività dipende la nostra vita e quella delle nostre città”.

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