3 Ottobre 2020

Una decina di fendenti con un coltello compatibile con l’arma sequestrata: i risultati dell’autopsia sul cadavere di Mirko Congera


Una decina di fendenti sferrati con un’arma compatibile col il coltello sequestrato sul posto dai carabinieri. La ferita mortale inferta al collo, che non ha lasciato scampo a Mirko Congera. Sono i primi risultati dell’autopsia, svolta ieri, sul cadavere del 44enne, ucciso poco dopo la mezzanotte di martedi scorso nell’appartamento di via Firenze, in una corte vicino al circolo I Risorti, dove la vittima viveva con la compagna, Daniela Gioitta. La donna ha assistito all’omicidio ed è stata anche’essa accoltellata alla gola dall’aggressore, di cui ha fatto il nome, Christian Ottavi, parlando ai soccorritori, prima di essere portata in ospedale e operata d’urgenza. L’uomo è stato fermato dai carabinieri 20 minuti dopo i fatti nella propria abitazione, distante appena 300 metri dalla casa della coppia. Aveva una ferita ad una mano; tracce di sangue sono state trovate sui suoi vestiti e per terra, oltre che sul lavandino, dove avrebbe provato a ripulire le scarpe con della candeggina. I gravi indizi a suo carico hanno spinto il giudice per le indagini preliminari a convalidare il fermo di Christian Ottavi, il quale, assistito dall’avvocato Gabriele Braschi, non ha ancora parlato avvalendosi della facoltà di non rispondere. L’indagato si trova alla Dogaia, sottoposto alla custodia cautelare in carcere.
Vittima e presunto omicida, entrambi disoccupati, si conoscevano da tempo e si erano visti 4 ore prima del delitto per una bevuta insieme. Attorno a mezzanotte, Ottavi ha bussato alla porta di Congera per quello che agli occhi degli inquirenti appare come un regolamento di conti. Il fermato avrebbe estratto un coltello portato da casa e aggredito a morte il conoscente. Il movente ipotizzato è un debito di poche centinaia di euro vantato dall’Ottavi nei confronti del Congera. Una cifra che difficilmente spiega un delitto così efferato. Accertamenti sono stati effettuati anche per capire la presenza di alcol nel sangue dell’arrestato, al momento in cui ha agito.