25 Novembre 2020

Eventi e cerimonie, le attività lanciano un grido d’allarme: “Scongiurare il fallimento”


Aiuti insufficienti e incertezza per il futuro: è questo il dramma del settore eventi e cerimonie che conta i danni causati dal Covid-19 sull’intera filiera. Già a settembre si parlava di un calo medio del 68% del fatturato con punte dell’83% secondo una ricerca realizzata dall’istituto Astra Ricerche per conto di ADC Group/Club degli Eventi.
Ciò che spaventa di più, però, è la mancanza di prospettive certe per il comparto che non sembra destinato a ripartire prima di Marzo 2021.
Una situazione insostenibile per i professionisti – denuncia Confcommercio – che chiedono maggiori tutele e sostegni da parte del Governo.
Sono tante infatti le attività coinvolte nel settore che nel corso del 2020 hanno visto bruscamente interrotto il lavoro con il crollo dei fatturati e l’occupazione in bilico.
Si tratta non solo di wedding planner, catering e agenzie di organizzazione ma anche di fioristi, negozi di abbigliamento e calzature, fotografi, aziende di noleggio attrezzature, pasticcerie, ristoranti, alberghi, agenzie di viaggi, parrucchieri, estetisti.
In tutto, nelle province di Pistoia e Prato, contiamo migliaia di attività e decine di migliaia di addetti operanti nella filiera.
Fra questi c’è chi si è visto disdire o rinviare numerosi progetti restando, di fatto, inattivi – come wedding planner, catering, fotografi – ma anche chi ha visto ridurre notevolmente il proprio fatturato come fioristi, parrucchieri, pasticcerie, ristoranti, negozi di abbigliamento orientati sulle cerimonie.
Solo per fare un esempio, il 70% del venduto dei fioristi deriva dall’allestimento di matrimoni e cerimonie – secondo i dati di Federfiori Confcommercio – e, se si somma l’impossibilità di creare situazioni conviviali, si trovano quindi con le attività aperte ma riducendo l’operatività al minimo.
Ciò che contraddistingue il settore e che ne determina oggi una delle più grandi difficoltà è la lunga programmazione che sta dietro a ciascun evento e che la pandemia rende di fatto impossibile.
Le attività hanno pagato e continuano a pagare immediate ripercussioni sull’occupazione e pesantissime scelte di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale per fronteggiare la cancellazione della maggior parte degli eventi nel 2020 mentre la ripartenza è un grande punto interrogativo.

“Un fallimento della filiera è assolutamente da scongiurare perché peserebbe in modo drammatico sull’economia dei singoli segmenti” sostiene Confcommercio, che chiede al Governo di includere tutti i soggetti della filiera nei sostegni previsti per le categorie colpite dall’emergenza Covid, senza lasciare fuori nessuno di questi.
Nello specifico, l’associazione chiede la sospensione delle scadenze fiscali per gli imprenditori che vedono azzerati i ricavi relativi all’anno 2020, ma che devono in qualche modo pagare gli investimenti di magazzino.
Ma Confcommercio chiede anche contributi a fondo perduto e tutela almeno fino a quando non sarà possibile tornare a progettare una ripartenza.

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