17 Novembre 2020

Report Save the Children: Prato la provincia d’Italia con la più alta percentuale di minori stranieri


Prato è la provincia italiana con la più alta percentuale di minori stranieri, ovvero il 28,4%. La nostra provincia è anche quella, in Toscana, che ha complessivamente la più alta percentuale di minori (17%), nonostante il calo demografico registrato in Italia. A dirlo è il nuovo “Atlante dell’infanzia a rischio – Con gli occhi delle bambine” diffuso a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza da Save the Children.

Secondo il report in Toscana non lavora e non studia il 18% delle ragazze contro il 13,7% dei coetanei maschi; nella regione inoltre il 9,8% dei minori viveva in povertà relativa già prima dell’emergenza Covid; gli asili nido sono assicurati al 20,2% dei bambini e la dispersione scolastica è attestata al 10,4%. Secondo il rapporto inoltre nel biennio 2018-2019, in Toscana quattro minori su dieci non leggevano neanche un libro extrascolastico all’anno (48% a livello nazionale), mentre il 17,6% dei bambini o adolescenti  non praticava alcuna attività sportiva (22,4% la media nazionale). La povertà relativa, che in Italia colpisce il 22% dei minori, in Toscana si attesta al 9,8% contro l’8,3% del Trentino Alto Adige e il 42,4% della Calabria.
Il rapporto dà conto anche del calo demografico registrato in Italia, dove i minori rappresenta il 16% della popolazione. Tra le province toscane, Massa-Carrara (13,6%) e Grosseto (13,7%) sono quelle con la percentuale più bassa di minori, mentre Prato ha il valore più alto (17%). A ridurre il calo, solo l’incidenza dei minori con cittadinanza straniera, con Prato appunto (28,4%) in testa alla classifica con la percentuale più alta tra le province d’Italia.

Per Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia “abbiamo una generazione intera da proteggere, una generazione per la quale il futuro si costruisce a partire da oggi, in Toscana così come nel resto del Paese. E in questa spinta per la ripartenza, le bambine e le ragazze possono e devono essere un volano di sviluppo”.