10 Dicembre 2020

Addio a Paolo Rossi, l’omaggio dei pratesi sui social. Biffoni: “Figlio di questa città” FOTO


Incredulità, tristezza e una montagna di affetto. Così tanti pratesi stamani hanno appreso la notizia della morte di Paolo Rossi, per tutta Italia “Pablito”, per Prato il ragazzo partito da Santa Lucia e arrivato in cima al mondo con la nazionale del 1982.
Sui social, in tanti hanno voluto rendere omaggio al calciatore che negli anni ha mantenuto un forte legame con la nostra città. Tutti ricordano le emozioni di quella estate Mundial e la notte dell’11 luglio 1982. Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo: una folla di pratesi si diresse presso l’abitazione dei genitori di Paolo Rossi a Santa Lucia per fare festa e qualcuno – come raccontò poi Pablito – portò via le zolle dal giardino di casa, come un “trofeo”.
“Ciao Paolo. Patrimonio di un intero Paese, figlio di questa città. E grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato” scrive il sindaco Matteo Biffoni.

“Con profondo cordoglio e commozione, a nome mio personale e della Regione Toscana, mi associo al dolore della famiglia per la scomparsa di Paolo Rossi, il più grande calciatore toscano e uno dei più forti giocatori italiani di tutti i tempi – afferma il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani -. Quei tre gol al Brasile ai mondiali del 1982, che aprirono la porta alla conquista del titolo da parte degli azzurri, sono rimasti nella storia del calcio mondiale. Rossi era toscano di Prato. Il suo nome è indissolubilmente legato alla squadra del Lanerossi Vicenza che, da neopromossa, portò a sfiorare lo scudetto nel 1978. Alla moglie Federica e ai figli giunga la vicinanza non solo della Regione ma di tutto il popolo toscano”. Ed ancora: “Troveremo sicuramente il modo per rendere un degno omaggio alla memoria e al valore di questo grande uomo di sport”.

Ma sui social sono tante le persone comuni che scrivono un ricordo legato al grande concittadino.
“Ciao Paolo, sei stato una persona gentile e discreta e rimarrai nei miei pensieri per le indimenticabili emozioni che ci hai regalato. Io e mio marito – scrive Liana Failunghi – ci siamo sposati a Luglio 1982 e una parte del nostro viaggio di nozze è stata in Spagna dove abbiamo avuto il privilegio di vederti segnare quei gol fantastici che ci fecero diventare Campioni del Mondo e noi avevamo il cuore pieno di orgoglio! Grazie Paolo. R.I.P.”.

“A Napoli lo stadio Maradona. A Prato ci starebbe bene lo Stadio Paolo Rossi” scrive Roberto Bonvissuto. Altri chiedono l’istituzione di una strada a Santa Lucia, intitolata al campione. In tanti, hanno tirato fuori dal cassetto la foto col campione o il suo autografo, per condividere un ricordo. La signora Rossella Foggi ha spedito alla nostra redazione due scatti, riguardanti i festeggiamenti a Pablito dopo la vittoria mondiale del 1982, alla Cassa di Risparmi e Depositi di Prato, ritrovate in casa del suo babbo, Anteo Foggi, allora responsabile del Circolo Dipendenti. In una di esse si riconosce l’allora Presidente della Banca, Silvano Bambagioni.


Mentre il consigliere comunale della Lega Marco Curcio lo ricorda “oltre che come un grande uomo di sport, anche come un grande uomo nella vita, un esempio per tutti, rimasto sempre legato a Prato, sua città natale”. “Spero che il Comune e la società del Coiano Santa Lucia – aggiunge Curcio – vogliano intitolare il campo sportivo oltre che al padre Vittorio anche al grande Paolo Rossi; sarebbe una forma di riconoscenza e un attestato di stima che merita”.

Anche il Comitato Provinciale Area Pratese vuole ricordare Paolo Rossi e lo fa con un sunto della sua dichiarazione all’indomani del 16 Aprile 1992, data di istituzione della Provincia di Prato: “Fin da bambino ho sentito parlare di Prato Provincia e sono cresciuto in questo clima di confronto con Firenze, di rivalità storica che non va confusa con gretto campanilismo. (Prato) E’ una realtà economica troppo importante per essere ignorata. Giusto che si amministri da sola” “Bravo Paolo! – scrive il Comitato – Hai portato il nome di Prato nel mondo e tutti i Pratesi te ne sono riconoscenti e sicuramente mai ti dimenticheranno”.

Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci ricorda una delle ultime uscite pubbliche pratesi di Paolo Rossi, che il 10 marzo 2019  fu protagonista di un affollato incontro pubblico, in occasione della mostra “Triumph” di Alexandra Mir.

Circondato dai 2529 trofei raccolti dall’artista (nella foto sopra), Paolo Rossi ha ricordato la sua personale esperienza di trionfo, raccontata nella sua biografia: rispetto alla  finale del 1982, Rossi aveva scritto: “Guardavo i compagni, guardavo la folla e dentro sentivo un fondo di amarezza: adesso, dovete fermare il tempo adesso”.  Intervistato dal direttore dell’Ultimo Uomo, Daniele Manusia, riflettendo sul senso di fine inevitabilmente connesso ad ogni vittoria, dichiarò: “È così, finisce una storia che tu vorresti non finisse mai. Da una parte c’è la consapevolezza di aver raggiunto un risultato straordinario, il pensare “ce l’ho fatta”; dall’altra c’è un’altra sensazione, che ti fa pensare “perché non può continuare?”. Avrei voluto che si potessero giocare altre partite, che si potessero avere altri successi. La vittoria, la gioia intensa, sfuma velocemente. Arrivato sul tetto del mondo pensavo: “E adesso?”.

 

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