All’ospedale di Prato soltanto il 53,4% degli interventi chirurgici: le equipe della Asl sempre più attive nelle cliniche convenzionate


Il 31,6% degli interventi chirurgici effettuati a Prato dal personale della Asl, nel periodo marzo-ottobre 2019, è stato fatto “in service” nelle sale operatorie di cliniche convenzionate. Un dato che nello stesso periodo del 2020, a causa del Covid, è cresciuto fino a raggiungere il 46,6% del totale. Si tratta di una particolarità tutta pratese, nonostante al Santo Stefano ci siano 15 sale operatorie, considerate uno dei fiori all’occhiello dell’ospedale inaugurato appena 7 anni fa. Negli altri territori della Asl Toscana Centro, escludendo dal conteggio il dato pratese, si è andati ad operare in service nelle cliniche private convenzionate soltanto nel 2,5% dei casi (nel marzo-ottobre 2019) e nel 15,5% dei casi (nel marzo-ottobre 2020).
Il fenomeno – fanno sapere dalla Asl – si spiega con il collaudato rapporto con la casa di cura di Villa Fiorita, l’unica struttura pratese tra le 9 convenzionate nelle province di Prato, Firenze e Pistoia, dove le equipe degli ospedali pubblici si recano per operare (per due di queste cliniche – Villa Cherubini a Firenze e San Paolo a Pistoia – si tratta di collaborazioni attivate a metà novembre).

“Il dato di Prato è dovuto a varie motivazioni – spiega Stefano Michelagnoli, direttore del Dipartimento chirurgico della Asl Toscana Centro -. L’ospedale Santo Stefano è il più grande, ha ottimi professionisti che richiamano pazienti provenienti da fuori per gli interventi chirurgici e liste di attesa superiori a tutti gli altri. Per questo si rende necessario un maggior numero di attività esterna. Con Villa Fiorita c’è un rapporto consolidato di collaborazione, un percorso stabilito e strutturato da tempo, che costituisce un fattore positivo: magari ci fossero più strutture di questo tipo che ti consentono di lavorare con ottime garanzie di sicurezza”.

A Villa Fiorita si eseguono principalmente interventi di otorinolaringoiatria, ortopedia, chirugia della mano, chirurgia generale e chirurgia ginecologica. La scelta di fondo è quella di indirizzare in service nelle strutture convenzionate pazienti che necessitano di degenze ridotte, mentre i casi in cui è prevista una fase post-operatoria più complessa vengono trattati in ospedale.

Ma vediamo alcuni numeri degli interventi effettuati dai chirurghi della Asl a Prato dal 1 marzo al 30 ottobre 2019: quelli all’ospedale sono stati 2811 (con una media di 11 al giorno, meno di 1 al giorno per sala operatoria); quelli in service nel privato accreditato sono stati 1302. A livello di Asl Toscana Centro sono state fatte, sempre negli otto mesi sopra indicati, 18.609 operazioni negli ospedali e 1714 interventi chirurgici in strutture convenzionate.

Nello stesso periodo del 2020 gli ospedali sono stati chiamati a fronteggiare l’ondata di pazienti Covid; interi settori e anche alcune sale operatorie sono stati riconvertiti a degenze Covid o terapie intensive, per cui l’attività chirurgica è stata riorganizzata e i volumi di interventi si sono ridotti.
All’ospedale di Prato gli interventi chirurgici tra marzo e ottobre 2020 sono stati 1662; quelli in service presso strutture convenzionate 1451. Nell’intera Asl Toscana Centro le operazioni eseguite negli ospedali sono state 10.671 (-42,6%) e quelli effettuati, sempre da equipe ospedaliere, presso case di cura convenzionate sono salite a 3106. Il maggior ricorso all’erogazione congiunta col privato (+81%) ha consentito di contenere ad un -32% il calo complessivo delle prestazioni.

Anche questa seconda ondata di Covid non ha fermato l’attività chirurgica negli ospedali, come testimoniano i 258 pazienti operati al Santo Stefano tra il 1° e il 26 novembre scorso, di cui 4 in emergenza, 93 programmati e 161 in urgenza (fra le voci principali si segnalano 54 interventi di chirurgia generali e 45 di ortopedia).

Tutto questo è stato possibile grazie a una riorganizzazione delle attività sanitarie volta a garantire la cura dei pazienti gravi e la gestione delle emergenze, ma anche a una riprogrammazione finalizzata al mantenimento delle attività non procrastinabili. Indispensabile in questa situazione è la disponibilità delle equipe mediche a ricomporsi e a scomporsi all’occorrenza e lo sforzo del personale di sala e degli anestesisti.

“Vorrei fare un ringraziamento proprio a loro – dichiara Stefano Michelagnoli, direttore del Dipartimento chirurgico della Ausl Toscana centro – Nonostante il carico di lavoro dovuto al Covid, il personale di sala e gli anestesisti con dedizione si sono trattenuti in servizio oltre l’orario per consentirci di operare”.

“Gli operatori anche in questa seconda ondata – sottolinea Paolo Zoppi, direttore del Dipartimento Assistenza infermieristica e Ostetrica della Ausl Toscana centro – hanno dimostrato grande professionalità e forte senso del dovere. Fra le tante attività portate avanti, nonostante la pressione della pandemia, c’è quella operatoria grazie anche al personale che è rientrato nel tempo libero per consentire lo scorrimento delle liste. Il mio ringraziamento va a loro e a tutti quelli impegnati nell’assistenza”.

Grazie a questo impegno nel mese di novembre oltre alla programmazione ordinaria, negli ospedali della Asl Toscana Centro sono state effettuate circa 30 sedute operatorie aggiuntive sia nei giorni feriali che sabato e domenica per rispondere alla traumatologia con priorità e ad altri interventi non differibili. Dedizione e senso del dovere hanno permesso nel mese di novembre, in piena ondata pandemica, di operare ben 1380 pazienti negli ospedali aziendali. Negli ambulatori dei presidi ospedalieri i trattamenti effettuati nello stesso mese sono stati 700. Gli interventi chirurgici più frequenti hanno riguardato le discipline della chirurgia generale, dell’ortopedia e della chirurgia vascolare, con punte significative per quest’ultima al San Giovanni di Dio che per la chirurgia è Hub di riferimento aziendale.

Gli interventi chirurgici urgenti continueranno ad essere gestiti all’interno degli ospedali della Asl. Le urgenze differibili ma anche gli altri interventi delle principali branche specialistiche – fratture, interventi al seno e di chirurgia generale o vascolare che non possono essere differiti – saranno trattati o negli ospedali aziendali che meglio hanno potuto reggere all’urto di questa seconda ondata o nelle case di cura private. Lo sforzo prodotto dall’Azienda sanitaria nel trasferire attività chirurgica nel privato accreditato durante la fase emergenziale ha prodotto collaborazioni con 9 case di cura, Leonardo, Villa Fiorita, Villa Donatello, Casa di Cura Val di Sieve, Villa Ulivella, Santa Rita, Frate Sole. Villa Cherubini a Firenze e San Paolo a Pistoia, sono le due nuove collaborazioni attivate a metà novembre.

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