16 Dicembre 2020

Confesercenti a Giani: “Perdere anche le ultime settimane natalizie sarebbe l’ennesima sciagura”


Una nutrita delegazione, composta da rappresentanze di tutta la regione di Confesercenti e Confcommercio e delle Federazioni di categoria dei Pubblici Esercizi Fiepet e Fipe, ha avuto un lungo incontro con la Regione Toscana presenti il Presidente della Giunta Eugenio Giani e l’assessore delle attività produttive Leonardo Marras.  Anche Confesercenti Prato era presente con una folta rappresentanza di operatori e dirigenti.

Anna Lapini e Nico Gronchi, presidenti delle due organizzazioni regionali, hanno illustrato le richieste della categoria, a cui gli esponenti della Regione hanno aderito convenendo un’ancora maggiore collaborazione per la fuori uscita dalla crisi. In particolare Regione, Confesercenti e Confcommercio decidono di attivare un tavolo permanente di gestione della crisi per commercio, turismo, ristorazione e somministrazione; lavorare per inserire progetti di sviluppo e di rilancio nel Piano di Recovery Fund; chiedere con forza al Governo un adeguato risarcimento per le imprese che sono rimaste chiuse e che hanno subito danni, in relazione al fatturato perduto; chiedere il rinvio degli sfratti delle attività in maniera duratura per evitare il depauperamento della rete dei servizi del paese; perseguire una adeguata riscrittura delle regole stabilite dal governo per la gestione della crisi da virus, che alle associazioni di categoria non sono sembrate omogenee, comprensibili e uguali rispetto alle situazioni presenti sul territorio.

Renzo Bellandi (nella foto), presidente dei bar e ristoranti aderenti a Confesercenti Prato, sottolinea: “Ci devono far lavorare, i nostri locali rispettano tutte le regole anti-contagio. Abbiamo aderito a tutti i protocolli necessari e perdere le settimane delle feste sarebbe l’ennesima sciagura. Oggi l’incertezza è la maggior tragedia per gli operatori del pubblico esercizio dopo quella sanitaria. I nostri esercizi devono programmare, acquistare derrate, scegliere con quanti collaboratori aprire, già con le incertezze della consistenza della domanda. Togliere loro la certezza anche della continuità seppure del periodo natalizio, significa costringerli tacitamente alla chiusura. È poco serio prendere decisioni su un’economia di un intero settore, fotografando la frequentazione dei centri storici appena riaperti al pubblico, nel primo week end natalizio. Sono sempre più numerosi i colleghi che mi dicono che preferiscono chiudere con un indennizzo totale della perdita e un anno bianco fiscale per il 2021 piuttosto che vivere e in questa incertezza e in questo stillicidio”.

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