Dallo scorso 2 dicembre sono stati stanziati dalla Regione Toscana circa 900 mila euro da spendere in attrezzature per permettere la comunicazione tra anziano e famiglie e, tra queste attrezzature anche delle stanze per abbracciarsi senza contatto diretto. Per un massimo di 2 mila 750 euro a struttura, per un totale di circa 317 strutture in tutta la regione, il progetto vedrà sia la possibilità di acquistare dispositivi come grandi schermi o collegamenti con lavagne interattive multimediali, sia l’installazione di vetri o plexiglas con la presenza fisica del familiare ma evitando il contatto. Infine, sarà possibile dotare la struttura di una vera e propria stanza definita degli abbracci dove a dividere i parenti ci sarà un tessuto trasparente che eviterà ogni forma di contagio ma al contempo permetterà di abbracciare fisicamente la persona.
“Si tratta di una prova di grande sensibilità da parte della Giunta regionale, e in particolare dell’assessore Spinelli, a cui siamo arrivati dopo un lavoro di concertazione con vari attori istituzionali, voglio in particolare ringraziare il lavoro del gruppo di studio Per combattere la solitudine, per non perdere la tenerezza” afferma la consigliera regionale Ilaria Bugetti “come ha detto Guidalberto Bormolini presidente di TuttoèVita in un bell’intervento su Repubblica, credo fermamente che la sicurezza e la tutela dal contagio non bastino per garantire la cura sul piano umano e spirituale. Una persona va considerata nella sua totalità, non solo nella fisicità del corpo. Ecco perché la Commissione regionale di bioetica indica di ripensare la politica della cura in un’ottica di umanizzazione, anche nel fine vita”.
Non si sottrae neanche alle questioni più spinose legate al mondo della sanità, in particolare la consigliera pratese dichiara “siamo consapevoli delle esigenze che il settore ha, soprattutto in termini di personale e stiamo lavorando sulle graduatorie di Oss e personale infermieristico per rimpinguare gli organici del comparto sanitario. La pandemia, e la conseguente politica assunzionale delle ASL, ha altresì prodotto una fuoriuscita dal privato convenzionato in direzione del settore pubblico. Le RSA sono tra i luoghi di lavoro dove ci sono stati più abbandoni, ma stiamo dando la possibilità di rimpiazzare i lavoratori che hanno scelto il pubblico destinandone una seppur piccola parte all’intervento specifico nelle strutture convenzionate rimaste parzialmente sguarnite di professionisti. In generale una razionalizzazione e una riorganizzazione è già in atto”.