2 Dicembre 2020

Il Pinot di Bagnolo diventa “digitale”: un software governerà la vinificazione


Chi dice che tradizione non faccia rima con innovazione? A Montemurlo, alle pendici del Monteferrato, l’agricoltura diventa 4.0. L’idea è dell’azienda vinicola Marchesi Pancrazi, leader nella produzione di Pinot Nero, che ha deciso di unire alle tecniche di vinificazione tradizionali la più avanzata tecnologia digitale per rendere la cantina sempre più smart. Un progetto frutto del lavoro e dell’intuizione di Giuseppe Pancrazi, che porta avanti l’azienda di famiglia con passione e una buona dose di spirito manageriale. Una scelta dettata dall’esigenza di aumentare il controllo sulle varie fasi produttive e migliorare sempre più la qualità del vino.

Dunque, la prossima vendemmia di Pinot a Bagnolo diventerà “digitale”: un software sarà in grado di modulare la diraspatura dei grappoli a seconda del grado di maturazione dell’uva. Sensori digitali controlleranno le temperature delle vasche e consiglieranno il periodo migliore per procedere alla vinificazione del mosto. «Si tratta di un progetto al quale tengo molto – spiega Giuseppe Pancrazi – Il controllo centralizzato delle temperature, infatti, consentirà di avere miglioramenti significativi sulla qualità del prodotto finale».

Soddisfazione per l’innovazione introdotta dall’azienda Marchesi Pancrazi è stata espressa anche dal sindaco Simone Calamai che dice: «Si tratta di un progetto interessante che si pone nell’ottica di un investimento costante in innovazione per continuare a fare prodotti d’eccellenza. La tecnologia non è utile solo all’industria, ma può aiutare significativamente a migliorare anche i prodotti agricoli. Ringrazio quindi Giuseppe Pancrazi per continuare a credere e a lavorare per far crescere la nostra agricoltura».

Sempre nell’ottica della qualità e della produttività dei vigneti quest’anno la Fattoria di Bagnolo dei Marchesi Pancrazi espianterà un vigneto di circa 1,2 ettari che non era più produttivo a causa di alcuni problemi di ristagni d’acqua e nel 2022, dopo aver completato alcuni lavori per migliorare il drenaggio dei terreni, impianterà i nuovi filari di Pinot Nero.

La produzione di vino 2020 è stata buona sia in termini qualitativi che quantitativi. Naturalmente il Covid-19 ha penalizzato il settore, come spiega Giuseppe Pancrazi: «Lavoravamo molto con i ristoranti di Firenze, ma dal marzo scorso è tutto fermo. Ci siamo ripresi un po’ durante l’estate, ma ora le vendite sono di nuovo bloccate, penso al mercato statunitense dove esportavamo molte bottiglie, a Hong Kong o alla Russia, dove avevamo appena trovato importatori interessati al nostro vino. Nell’aprile 2020, a causa della pandemia e con il mondo della ristorazione messo in ginocchio, abbiamo così deciso di avviare le vendite online dei nostri vini, che sono riuscite solo in parte a tamponare il calo».
Nonostante l’annata nera per le vendite, in termini di qualità i vini dei Marchesi Pancrazi rimangono una vera eccellenza che per ora rimane in cantina, pronta a ritornare sulle tavole per essere degustata. A confermarlo sono i riconoscimenti conquistati nel 2020 da tutte e quattro le etichette di Pinot Nero (100%) dei Marchesi Pancrazi, tre rossi e un rosè.
La guida ai vini d’Italia “Vitae” dell’Associazione italiana Sommelier (Ais)- una vera e propria “bibbia” per gli amanti del buon bere – anche quest’anno ha assegnato le “quattro viti” al Pino Nero Villa Baragazza 2016, che già lo scorso anno aveva ottenuto la consacrazione tra i migliori vini italiani mentre il vino “Villa di Bagnolo” ha ottenuto la medaglia d’oro al Best Wine Awards.

Anche la Guida del Gambero Rosso assegna ai vini dei Marchesi Pancrazi, in particolare al Villa di Bagnolo “due bicchieri”, arrivando in finale per i “tre bicchieri”. Anche nelle “wine reviews”, le riviste di settore internazionali, i vini di Bagnolo ottengono ottimi risultati dalle valutazioni di James Suckling con valutazioni da 91 in su per tutti i vini.Infine il Rosé di Pinot Nero Villa di Bagnolo anche quest’anno si è aggiudicato quattro rose dalla “Guida del Bere Rosa” e dalla guida Rosa Rosati Rosé.
Infine anche l’altro ramo d’azienda dei Marchesi Pancrazi, l’olio, quest’anno ha dato buoni risultati in termini qualitativi sia delle olive che dell’olio, nonostante rese piuttosto basse rispetto agli anni passati. «Un fattore determinante nella qualità dell’olio è sempre la tempestività nella frangitura delle olive dal momento della raccolta manuale.- conclude Pancrazi- Solitamente raccogliamo durante il giorno e frangiamo la sera».
Il vino Vigna Baragazza è coltivato nell’omonimo podere alle pendici del Monteferrato ed è la vigna più alta e più fresca della tenuta dei Marchesi Pancrazi. Riparata dal bosco, è una vigna impiantata nel 1999 su terreni umidi e ricchi di minerali come il serpentino, in un cru con un unico clone di Pinot Nero. Il vino riposa poi per 18 mesi in barrique di rovere francese ed è quindi affinato in bottiglia per sette anni. Il Vigna Baragazza è un vino così detto da meditazione. Un vino longevo che migliora la sua qualità invecchiando e che nel bicchiere sprigiona una vera e propria sinfonia di odori.
Nella foto il sindaco Calamai e l’assessore Forastiero con Giuseppe Pancrazi

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments