17 Dicembre 2020

Indennizzo della Regione per bar e ristoranti, Confcommercio critica: “Restano fuori 2 aziende su 3”


“Indennizzo per bar e ristoranti toscani: una boccata d’ossigeno? Il Presidente Giani dovrebbe guardare ai numeri prima di salire sul carro dei vincitori. Il fondo è sufficiente a coprire appena un terzo dei potenziali destinatari.” È con toni duri che Fipe-Confcommercio commenta il provvedimento emesso ieri dalla Regione Toscana che dispone un fondo di circa 20 milioni a sostegno dei bar e dei ristoranti (leggi l’articolo).
“Siamo sconcertati dalle parole del Presidente della Regione che esprime un giudizio sul suo stesso provvedimento, senza considerare i due terzi delle attività che resteranno escluse poiché le risorse non sono sufficienti a rispondere a tutti i potenziali interessati – scrive Fipe-Confcommercio -. Apprezziamo ogni iniziativa a sostegno del settore, ma oggi non è più il tempo solo di azioni assistenziali, abbiamo bisogno di interventi strutturali che mettano in sicurezza le nostre aziende, soprattutto in vista di un futuro ancor incerto. Proprio per questo risulta ancora più illogica la scelta di attribuire gli indennizzi sulla base del click-day, un meccanismo che premia chi è più veloce e non chi ha realmente subito le perdite maggiori. Avrebbe avuto più senso una graduatoria a favore di chi ha riscontrato le difficoltà maggiori, non un sistema che dà precedenza a chi arriva prima. Forse non è ancora abbastanza chiaro che il settore è allo stremo e che in tanti non saranno in grado di ripartire”.
Fipe-Confcommercio sottolinea che la Toscana registra da più di una settimana dati positivi sui contagi, ma nonostante questo, bar e ristoranti sono ancora chiusi. “Come se non bastasse, proprio in queste ore sta acquisendo sempre più forza la possibilità di un nuovo lockdown nel periodo natalizio. Senza che i dati abbiano subito inflessioni negative e dopo che lo stesso Governo a inizio dicembre aveva disposto l’apertura dei pubblici esercizi”.

Una situazione inaccettabile per l’associazione dei commercianti: “Forse chi prende le decisioni pensa di poter fare e disfare a proprio piacimento ma per ogni lavoro serve organizzazione. Manca solo una settimana a Natale e ancora non è stata presa alcuna decisione: cosa dobbiamo dire ai nostri fornitori, ai dipendenti e ai clienti? L’apertura nel periodo natalizio è l’ultima chance di ridare un po’ di liquidità  ai pubblici esercizi che ancora non vedono nemmeno in lontananza l’uscire dall’emergenza. Toglierci queste giornate significa condannare definitivamente un settore e, con questo, una parte determinante della tenuta, economica e sociale del territorio.”

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