2 Gennaio 2021

Confartigianato moda, il presidente Vignolini: “Serve subito una politica comune a livello nazionale”


“Le imprese dei settori tessile, abbigliamento, calzature hanno bisogno di un intervento robusto, di ben altro spessore rispetto alla misura contenuta nella Legge di Bilancio e destinata a Confindustria Biella”. È quanto sostiene Fabio Pietrella, Presidente nazionale di Confartigianato Moda, che sottolinea la necessità di sostegno per il rilancio delle imprese del settore moda di tutto il Paese. “Parliamo di 56mila aziende con 464mila addetti, di cui il 67% sono micro e piccole imprese. Si tratta di un settore ad alta vocazione artigiana, con 36mila imprese artigiane che danno lavoro a 157mila addetti, un terzo dell’occupazione del settore. Il testo della manovra economica – sottolinea Pietrella – andrà certamente corretto, innanzitutto destinando a tutto il sistema moda italiano i 15 milioni in 3 anni previsti per l’Unione industriale biellese. Ma serve anche e soprattutto un piano più ampio di interventi che restituiscano slancio al comparto manifatturiero simbolo del made in Italy nel mondo, che ha subito i peggiori effetti della crisi da Covid-19”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente nazionale dei Tessili di Confartigianato Moda, il pratese Moreno Vignolini: “La realtà è che c’è bisogno di molto più dei 15 milioni destinati a Biella, e soprattutto che vengano utilizzati a favore delle imprese e non per una fantomatica progettualità tutta ancora da definire. Non è più rinviabile la necessità di una politica comune a livello nazionale per tutto il comparto tessile-moda. Bisogna rendersi conto che fughe in avanti come quella di Biella possono portare giovamento solo a un gruppo ristretto di privilegiati ma non all’intero settore fatto di artigiani e industriali che meritano certo di più. E per ottenerlo non deve bastare alzare la voce o fare da prime donne ma occorre una strategica politica industriale con adeguata lungimiranza”.

Il momento del resto è molto delicato. I numeri a livello nazionale raccontano che nei primi dieci mesi del 2020 ha registrato una perdita di fatturato di quasi il 22%, oltre otto punti in più del calo del 13,4% della media del manifatturiero. I mancati ricavi delle imprese della moda tra gennaio e ottobre sono pari a 15,5 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di minori esportazioni. In pratica, 1 miliardo in meno al mese di made in Italy della moda venduto nel mondo. Se consideriamo che i 15 milioni di euro in tre anni destinati dalla Legge di bilancio alle industrie del biellese coprono appena il 2,6% dell’occupazione della moda italiana, le dimensioni minime di un intervento a sostegno di uno dei settori manifatturieri che, insieme all’auto, sta soffrendo maggiormente la crisi, dovrebbe essere di almeno seicento milioni di euro. Ma, mentre per il settore dell’auto sono molte le misure di sostegno anche nella legge di bilancio, per le imprese del tessile/abbigliamento/calzature è sino ad ora arrivato ben poco.

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