6 Gennaio 2021

Didattica a distanza, la Pamat lancia l’allarme: “Strumento necessario per affrontare l’emergenza ma nei ragazzi crescono ansia e disagio”


La Didattica a distanza (Dad) è necessaria nell’emergenza ma la scuola, quella in presenza, è tutta un’altra cosa e non se ne può fare assolutamente a meno. Per questo va difesa con determinazione. La Pamat, l’associazione che si occupa di prevenzione dell’abuso sui minori, nei giorni scorsi ha fatto il punto sul fenomeno Dad – è un limite o opportunità? – con esperti, amministratori e volontari, nel corso di un convegno on line coordinato dalla presidente Monica Pratesi e dal consigliere Andrea di Gregorio.

“Lo scenario che si delinea ci dice che bambini e ragazzi, insegnanti e famiglie sono stati sottoposti a una prova durissima che ha aumentato ansia e disagio – sottolinea Monica Pratesi – Ci troviamo di fronte a una situazione che richiede grande attenzione, in cui si possono creare pesanti differenze. La Pamat ha continuato a lavorare a distanza, per non lasciare solo nessuno, e ha continuato a mantenere attivi i suoi progetti di animazione”.

Nel corso dell’incontro la Dad è stata presa in esame anche da un punto di vista filosofico da Federico Boem, dell’Università degli Studi di Firenze. Sulla complessa partita giuridica è intervenuto Michele Verrucchi, avvocato e ricercatore dell’Università di Firenze.

Le difficoltà dunque sono evidenti anche se quella pratese è una realtà in cui le infrastrutture ma anche le reti istituzionali di supporto alla didattica a distanza sono ben organizzate e attive, come hanno spiegato nel corso del confronto le assessore Ilaria Santi (Scuola) e Benedetta Squittieri (Innovazione), raccontando la mobilitazione che ha visto tutti impegnati nelle diverse fasi della lunga emergenza per rispondere con efficacia e in tempi brevi ai nuovi bisogni, anche con il supporto della rete di solidarietà.

Su pregi, limiti e rischi della Dad è intervenuto Gianmarco Manfrida direttore del Centro di psicologia relazionale di Prato, facendo riferimento a recenti ricerche che hanno riguardato ragazze e ragazzi ma anche insegnanti. “Per un’ambivalente ricerca di sicurezza e controllo nella distanza e di rimpianta prossimità umana le lamentele sulla Dad di insegnanti e studenti sono le stesse: difficoltà di concentrazione, ansia, problemi ad addormentarsi, senso di solitudine, stress”, ha messo in evidenza Manfrida. “Ad attraenti aspetti di comodità e di fruibiità si accompagnano rimpianti per occasioni sociali di formazione che qualificano l’apprendimento dandogli un valore al di là del contenuto didattico – ha aggiunto ancora – La preoccupazione è per la capacità di apprendere a fare non solo di passare gli esami; per questa è ritenuta fondamentale la condivisione con altri dell’esperienza di formazione in tutte le età, dalle elementari alle specializzazioni”.

“C’è la consapevolezza dell’aumento dei fenomeni di ansia tra docenti e studenti, come ha evidenziato un questionario su benessere/malessere messo a punto dal settore che si occupa della Promozione della salute nella Asl Toscana Centro – ha evidenziato Maria De Simone dell’Ufficio scolastico regionale – La Dad ha consentito di rispondere all’emergenza nella prima fase del Covid e ha costituito anche un’opportunità per l’acquisizione di nuove metodologie ma si pone la necessità di una evoluzione della didattica digitale integrata con il potenziamento degli incontri relazionali”.

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