4 Marzo 2021

Covid, altro che “baby boom”: -16% di nascite all’ospedale di Prato nel primo bimestre di quest’anno


Assieme ad un aumento della mortalità, il Coronavirus contribuisce ad un calo delle nascite: a Prato, come altrove, molte coppie hanno preferito aspettare tempi migliori per allargare la famiglia. E’ ancora presto per capire le dimensioni del fenomeno, che pure già si può apprezzare considerando che le nascite di dicembre 2020, gennaio e febbraio 2021 sono frutto dei concepimenti avvenuti nei primi tre mesi dell’emergenza sanitaria (marzo, aprile e maggio), per buona parte caratterizzati dal lockdown.

Chi ipotizzava un baby-boom è clamorosamente smentito: se i nati a dicembre 2020 all’ospedale di Prato, 176, sono in linea con quelli di dicembre 2019 (174), è nei primi due mesi di quest’anno che si registra un forte calo. Sono appena 144 i nati a gennaio e 145 a febbraio. Il primo bimestre 2021 si è chiuso dunque con soltanto 291 fiocchi azzurri e rosa, -16,3% rispetto ai 348 nati del primo bimestre dell’anno scorso. Più contenuta, – 4%, la diminuzione rispetto al primo bimestre 2019, quando si registrarono 303 bebè, in conseguenza di un febbraio particolarmente “avaro” di culle (appena 136).
C’è inoltre da considerare che i numeri della natalità di Prato sono in piccola parte confortati dall’apporto delle partorienti Covid positive, per le quali l’ospedale Santo Stefano, dallo scorso fine ottobre, è divenuto centro di riferimento della Asl Toscana Centro. Per questo motivo, una parte delle 124 “gravidanze Covid positive” portate a termine al Santo Stefano fino ad oggi riguarda madri residenti in altre province, principalmente Firenze e Pistoia. Senza questo apporto, il calo della natalità a Prato sarebbe stato ancora maggiore.

“Ci siamo chiesti il perchè di questa riduzione delle nascite – commenta Anna Franca Cavaliere, direttrice del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Prato -. Potrebbe essere una rilevazione soltanto temporanea correlata al dato che i bambini che stanno nascendo in questi mesi sono i bambini, le cui gravidanze sono iniziate a maggio, in pieno lockdown e in piena pandemia. Siamo quindi in attesa di dati probabilmente non peggiorativi rispetto a questi periodo, ma il dato nazionale purtroppo epidemiologicamente sembra creare un alert e che i numeri anche quest’anno in termini di natalità saranno in discesa”.

A certificare che l’andamento del calo delle nascite sta proseguendo è anche il numero dei libretti di inizio gravidanza ritirati a Prato, in diminuzione rispetto al periodo pre-Covid.
Il trend osservato a Prato si sta registrando anche a livello nazionale, dove il calo è costante negli ultimi anni: nel 2020 le nascite in Italia sono state circa 400 mila, rispetto alle 420.084 del 2019 e alle 439.747 del 2018.
Nel corso dell’audizioni sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, alla fine dello scorso novembre, il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo affermava che “’è legittimo ipotizzare che il clima di paura e incertezza, e le crescenti difficoltà di natura materiale (legate a occupazione e reddito) generate dai recenti avvenimenti orienteranno negativamente le scelte di fecondità delle coppie italiane”.

Dario Zona

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