Lo strano caso del Villaggio Gescal, dopo oltre 50 anni dubbi su quali aree sono pubbliche e quali private. Il Comune: “Necessaria una nuova planimetria”


“Dalla ricostruzione effettuata risulta che, a seguito dei successivi passaggi di proprietà a cui non sempre hanno fatto seguito le necessarie variazioni catastali, la quasi totalità degli spazi esterni agli edifici facenti parte dell’ex-Villaggio Gescal di San Giusto figurino oggi di proprietà del Comune di Prato, sebbene ciò non sia mai stato previsto in origine e mai l’amministrazione comunale abbia in passato assunto in consegna aree che non fossero superfici di urbanizzazione. Appare pertanto necessario rivedere tale inquadramento al fine di dare certezza delle parti di competenza del Comune di Prato e, di contro, delle parti di pertinenza condominiale”.

È il passaggio saliente della relazione degli uffici tecnici sulla situazione del Villaggio Gescal, il complesso di San Giusto, costruito negli anni Sessanta come case popolari, oggi per lo più passate ai privati, su cui l’esponente del Movimento 5 Stelle Carmine Maioriello aveva presentato un’interrogazione in consiglio comunale.

Maioriello, su istanza dei residenti, aveva chiesto chiarimenti per districare il rebus relativo alla proprietà di pertinenze e aree comuni, e capire a chi spettasse la manutenzione di parcheggi, illuminazione, corti, vialetti e passaggi interni ai vari blocchi di edifici. La questione non è stata di facile lettura.

La relazione tecnica che gli uffici hanno restituito, diverse settimane dopo l’interrogazione, ricostruisce una lunga serie di documenti spesso lacunosi o contraddittori, dal 1959, quando l’allora ente “Gestione INA Casa” stipulò la prima convenzione con il Comune di Prato per la sistemazione della zona, fino al gennaio del 1997 quando avvenne il definitivo trasferimento, a titolo gratuito, di alcune aree dall’azienda A.T.E.R (subentrata a IACP, subentrato a GESCAL-INA CASA) allo stesso Comune di Prato.
In quella circostanza, a distanza di 16 anni dalla consegna provvisoria delle aree al Comune, avvenuta nel 1971, si trattava di acquisirle per procedere alla demolizione dell’ex centro sociale, che conteneva amianto. Per preparare il rogito notarile e meglio identificare le aree da acquisire, gli uffici del servizio patrimonio e provveditorato, il 31 luglio del 1996, stilarono una relazione tecnica; “relazione – osservano oggi gli stessi uffici tecnici comunali – che tuttavia venne redatta, probabilmente per i motivi di urgenza già spiegati, sulla base delle risultanze catastali allora attuali, ovvero senza preventivamente precedere con le variazioni necessarie alla conformazione della situazione catastale con quella degli atti precedentemente sottoscritti, per quanto attiene in particolare gli spazi privati, collettivi e comuni, da sempre esclusi dalla competenza del Comune di Prato”.

Sarebbe questo il vizio che fa figurare, ancora oggi, la competenza del Comune su aree in realtà condominiali private.

Gli stessi uffici tecnici comunali segnalano la via d’uscita: “Appare pertanto necessario rivedere tale inquadramento al fine di dare certezza delle parti di competenza del Comune di Prato e, di contro, delle parti di pertinenza condominiale anche in ragione del fatto che il quadro degli assetti proprietari delle singole unità immobiliari che compongono il complesso Gescal risulta oggi profondamente modificato rispetto alla situazione iniziale.
Si fa infatti presente che, come previsto dalle specifiche norme in materia, molte unità immobiliari sono state nel tempo quasi completamente riscattate dagli assegnatari, i quali a loro volta hanno in seguito venduto ad altri soggetti, e conseguentemente e via via venuta meno la finalità prettamente pubblica dell’insediamento abitativo e con essa l’errata convinzione che la gestione e manutenzione degli spazi esterni sia di totale competenza dell’Amministrazione Comunale. A tal fine è stato dato mandato ai Servizi Competenti di procedere ad un rilievo dello stato di fatto sulla base del quale produrre una nuova planimetria utile a distinguere, in maniera chiara ed univoca, le aree di pertinenza comunale (per le quali dovrà essere assicurata la manutenzione ordinaria e straordinaria da parte dei competenti uffici), dalle superfici qualificabili come pertinenze esterne condominiali, o comuni a gruppi di più condomini (in altre parole, pertinenziali a strutture assimilabili in tutto a “supercondomini”). Resta inteso che la parte dei beni ancora afferenti al patrimonio di edilizia residenziale pubblica permarrà nella gestione di E.P.P. s.p.a., società che continuerà ad intervenire, al pari di qualsiasi altro proprietario, per la parte dei propri millesimi di competenza”.

 

Maioriello: “Grave che il Comune non abbia certezze”. Bosi: “Usciremo dal limbo”
“L’impatto della mia interrogazione sulla riqualificazione degli spazi pubblici in zona ex villaggio Gescal – afferma Carmine Maioriello – ha avuto un effetto dirompente sugli uffici dell’Amministrazione comunale che da oltre un mese sta lavorando per cercare di dirimere la questione. Mi sembra abbastanza grave che a distanza di tanti anni l’Amministrazione Comunale non abbia ancora certezza di quali siano gli spazi esterni di competenza del Comune e quali di pertinenza dei privati. Mi sorge un dubbio sulle contravvenzioni che sono state elevate in tutti questi anni. Sono state elevate legittimamente sul territorio di proprietà comunale o sul territorio di pertinenza dei privati? E a chi spettano insomma gli interventi di manutenzione delle aree esterne?” si chiede il consigliere del Movimento 5 stelle.

“E’ un’area nella quale in oltre 50 anni ci sono state sovrapposizioni di attribuzioni e svariati passaggi che hanno complicato il quadro – afferma l’assessore Gabriele Bosi -. L’orientamento e il mandato agli uffici è di non rimanere nel limbo, ma di compiere i rilievi e definire una volta per tutte ciò che è privato e ciò che è pubblico, dando una risposta precisa ai cittadini. Credo che non ci saranno grosse differenze rispetto alla situazione attuale: nella parte più esterna del Villaggio il Comune già interviene per i servizi e la manutenzione, mentre il sistema delle corti interne agli appartamenti, quasi tutti di proprietà privata, fa parte del condominio”.

Dario Zona

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