21 Aprile 2021

In Toscana non si nasce, negli ultimi due anni i morti hanno doppiato i neonati


Negli anni 2019 e 2020 in Toscana sono nati 45.785 bambini e sono morte 91.812 persone. I morti hanno superato i nati di 46.027, vale a dire che sono stati più del doppio dei nati. Sono numeri pubblicati in un articolo sul numero 15 di Toscana Oggi in uscita questa settimana scritto dallo statistico e demografo Roberto Volpi. “Un dato – spiega Volpi – che non si esita a definire tragico. Certamente da imputare almeno in parte alla super mortalità da pandemia. Ma solo in piccola parte”.

Il punto veramente drammatico, secondo lo statistico, è che “in Toscana non si nasce”. Continuando così “quella toscana è una popolazione destinata all’estinzione. E non nel giro di millenni. Un paio di secoli, dicono i calcoli. La partita si gioca ora. La politica nonostante l’assegno unico fino a 250 euro mensili a figlio per tutto il tempo della minore età non ha fin qui dimostrato di volerla o saperla giocare come necessiterebbe”.

E anche la popolazione scolastica è straordinariamente limitata. In Toscana (ultimi dati all’1.1.2020) questa popolazione è di 449.651 abitanti, pari al 12,2 per cento dei 3.692.555 abitanti della regione. In Italia la popolazione di 0-14 anni è il 13 per cento del totale degli abitanti, mentre è il 15,1 per cento nell’Unione Europea e il 16,4 per cento nel complesso dei Paesi più sviluppati del mondo, tra i quali c’è l’Italia. “Traduciamo diversamente questi distacchi – spiega lo statistico -: se la proporzione della popolazione di 0-14 anni della Toscana fosse uguale a quella italiana si avrebbero in regione circa 29 mila abitanti in più di questa età; se ne avrebbero ben 108 mila in più se la proporzione fosse uguale a quella dell’Unione Europea e addirittura 169 mila in più se la proporzione fosse uguale a quella dei Paesi più sviluppati del mondo”. Dunque il problema della popolazione scolastica della Toscana di 0-14 anni è quello di essere numericamente molto, molto scarsa. E inesorabilmente destinata a diventarlo ancora di più. “Con questi valori – conclude Volpi – aule ed edifici scolastici sono destinati a svuotarsi presto”.

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