24 Maggio 2021

Una scultura in omaggio a Paolo Rossi: verrà collocata a Santa Lucia. E anche il circolo della frazione sarà intitolato a “Pablito” FOTO


Tra poco più di un anno, nel luglio del 2022, saranno trascorsi esattamente 40 anni dalla fantastica notte del Santiago Bernabeu di Madrid, quando la Nazionale Italiana di Enzo Bearzot batté per 3 a 1 la Germania Ovest di Rummenigge nella finale dei mondiali spagnoli, conquistando per la terza volta la Coppa del mondo.

Uno degli artefici principali di quella storica affermazione azzurra – sua la tripletta contro il Brasile di qualche giorno prima – fu Paolo Rossi che a soli cinque anni aveva indossato la maglia di una squadra di calcio nel Santa Lucia, periferia nord di Prato, iniziando una carriera che l’avrebbe portato ai massimi livelli mondiali.

Oggi, a distanza di 60 anni da quando e dove tutto era iniziato, il piccolo Piazzale della cipresseta di Santa Lucia si prepara a accogliere un’opera d’arte non effimera, in ricordo e in omaggio al grande campione Paolo Rossi – o più semplicemente Pablito, come fu soprannominato durante i mondiali spagnoli.

Tutto nasce dall’ispirazione di Elisa Morucci, giovane artista fiorentina che, all’indomani della scomparsa del campione, il 9 dicembre 2020, ha avuto l’idea di dedicargli una scultura. E rivela: «Sono stata fin da giovanissima una grande appassionata di calcio, ancora oggi mi piace guardare le vecchie partite in bianco e nero degli anni 60/70 in tv. Inoltre Paolo Rossi è stato il mio primo grande amore platonico di bambina. Avevo 5 anni nell’82 e ho imparato a amare questo splendido sport, anche grazie a lui. Quando ho appreso che ci aveva lasciati, l’emozione è stata grande, sono affiorati i ricordi ed è stato naturale il desiderio di tributargli un omaggio».

In poco tempo l’idea si è trasformata in un’impresa artistica della quale il Comune di Prato e la Pro loco di Santa Lucia si sono fatti promotori. Una volta completata,la scultura sarà collocata nel piazzale della piccola frazione pratese dove, tra l’altro, il locale campo sportivo è intitolato a Vittorio Rossi, padre di Paolo.
«Paolo Rossi è patrimonio nazionale e ancor più per noi è Paolo di Santa Lucia. Quest’opera è un tributo all’uomo, al campione, a un esempio di generosità – dice Matteo Biffoni, Sindaco di Prato -. I suoi occhi, il suo sorriso gentile, il suo esempio restano per ciascuno di noi un valore, ricordarlo nella “sua” Prato è un gesto d’affetto e di stima da parte di tutta la città».
«Ritengo assolutamente giusto e doveroso che Prato omaggi Paolo, un suo cittadino che ha portato il nome della nostra in tutto il mondo – aggiunge Luca Vannucci, Assessore allo sport del Comune di Prato – e lo è ancora di più che a farlo sia Santa Lucia, il luogo dove lui è nato e cresciuto, dove la sua famiglia ha sempre abitato e dove ancora vive suo fratello. Il legame di Paolo con Santa Lucia non si è mai spezzato nonostante lui sia andato via per inseguire la sua carriera molto giovane, e questo omaggio ne è una dimostrazione».

«La notizia della scomparsa di Paolo Rossi – afferma Daniela Ciminelli, Presidente della Pro loco “Santa Lucia insieme” – ha sorpreso profondamente tutti; infatti se per tanti era un mito, per noi di Santa Lucia era semplicemente ‘Paolino’. Per questo quando abbiamo appreso la proposta dell’artista al Sindaco di realizzare la scultura in omaggio a Paolo Rossi, abbiamo subito sposato anche l’idea di collocarlo proprio al centro della ‘sua’ Santa Lucia. Un mito non tramonta nel cuore delle persone e così lo sentiremo ancora più vicino e potremo tramandare il ricordo di chi lo ha visto crescere e diventare il campione di tutti».

L’opera
La scultura, raffigurante il mezzo busto di Paolo Rossi, verrà realizzata dalla scultrice Elisa Morucci, in materiali nobili quali il bronzo (secondo l’antica tecnica della cera persa) e il marmo, nello specifico, un blocco di “verde delle Alpi” per la base. La scelta del verde è dovuta a due ragioni: sia per riprendere i colori delle opere architettoniche del gotico toscano presente in tutte le nostre chiese, compreso il Duomo di Prato, sia per richiamare l’idea della Coppa del mondo, che presenta degli inserti in malachite (anche questi di colore verde).
La scultura si intitolerà semplicemente Paolo e misurerà un metro e dieci centimetri circa di altezza, cui sarà aggiunta una seconda base, in linea col ripristino del piazzale dove verrà collocata. Il tutto misurerà un paio di metri d’altezza, con le dimensioni che alla fine saranno poco più grandi della grandezza naturale (+ 10% circa).

Ecco una bozza dell’opera, che sarà completata entro un mese e mezzo: l’ipotesi è di collocarla nel mese di settembre. Altra novità è che il Circolo Arci di Santa Lucia verrà a breve intitolato a Paolo Rossi, prendendo quindi la denominazione ufficiale di Circolo Arci “Paolo Rossi”. 

L’idea dell’omaggio
Come spesso accade, è di fronte ai fatti della vita che gli artisti rivelano la loro particolare sensibilità. La scultura Paolo di Elisa Morucci, ha preso forma pochi giorni dopo la scomparsa di Rossi, lo scorso dicembre.
«So bene – dice l’artista – che tutti ricordano Paolo sorridente, mentre esulta per la mitica vittoria del Mondiale dell’82. Ho pensato molto a come rappresentarlo. Guardando ed ascoltando le tante interviste, durante la lavorazione della scultura, ho creduto di cogliereaspetti, che per me si sono rivelati altrettanto importanti: ho cercato di rappresentare la serietà, l’educazione, il bagaglio di valori, che tutti gli hanno riconosciuto nel tempo, accompagnati da una velata nostalgia. Ho voluto rappresentare questi aspetti, oltre al resto, al grande campione che è stato. Da artista, sento la necessità di andare più a fondo quando indago un’anima, perché poi in fondo è di questo che si tratta. E trovo che la cosa più bella che possa restituire e suscitare un lavoro in memoria di una persona così ricca di sfaccettature, sia proprio la stratificazione e complessità che gli sono proprie. Ecco perché, questo mezzo busto unisce la forma contemporanea ad un gusto classico, quello delle sculture greco-romane, dove l’etica prendeva forma. Sinceramente vorrei passasse un messaggio forte e chiaro – aggiunge Morucci – che se è vero che molte cose cambiano in ogni campo, calcio compreso, molte altre restano, difese da persone come Paolo. Mi pareva giusto legare un certo tipo di valori ad un certo tipo di qualità adun certo tipo di persona. Lo sport, i nostri atleti, gli artisti, ogni persona che abbia un minimo di influenza e visibilità, al contempo si porta dietro una responsabilità».

 

Biografia dell’artista

Nata a Firenze, Elisa Morucci svolge la sua attività artistica tra Firenze, Pietrasanta, Carrara e Greve in Chianti. Nel 1996 consegue il suo primo titolo di Maestra d’Arte. Studia Storia dell’Arte e Filosofia all’Università di Firenze; dopo la laurea, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Dalla fine del 2016 lavora presso una fonderia di Pietrasanta, per la realizzazione delle sue opere in bronzo.
Dopo il suo esordio con una personale alla “Fondazione di Scienza e Tecnica” di Firenze, svoltasi tra il febbraio e il marzo 2018, l’artista è stata invitata a partecipare a numerosi eventi, tra cui la collettiva/evento promossa dalla “Nobile Contrada del Nicchio e “l’Antica Arte dei Vasai” a Siena e la I Biennale d’Arte di Pistoia.
Nel luglio 2018, con uno dei suoi lavori dal titolo Anima Mundi, realizzata appositamente per il Musée d’Art et d’Archéologie di Antananarivo in Madagascar, ha ricevuto l’onore di essere accolta nella collezione permanente del museo. Un’altra copia di Anima Mundi è conservata nel Parco dell’Isalo, anch’esso in Madagascar.
A settembre 2018, in occasione della Festa di Santa Rosa da Viterbo e del Trasporto della Macchina a lei dedicato, l’artista ha realizzato e donato al locale Museo del Sodalizio dei Facchini, Rosa, scultura in galestro etrusco, rappresentante la santa bambina, «lontana dalla santità della Chiesa – raccontava – ma già intimamente connessa alla Legge che tutto permea; già naturalmente intrisa, nell’anima e nel corpo, dai sentimenti di Amore e Sacrificio che caratterizzano gli spiriti elevati, nelle culture di ogni tempo».
Nella sua ultima personale “Opere Spiritus”, ospitata presso Palazzo Chigi a San Quirico d’Orcia (SI) dal 13 ottobre al 15 novembre 2018, Morucci ha esposto una selezione di bronzi realizzati nel 2017 in cui sono indagate le fasi del processo alchemico, secondo l’artista fiorentina, analoghe a quelle del processo scultoreo. In occasione della mostra a San Quirico, la scultrice ha installato nello storico borgo termale di Bagno Vignoni, presso la vasca di Piazza delle Sorgenti, l’opera dal titolo It’s long way to the top, potente e suggestiva figura femminile, sospesa a filo d’acqua. «La torsione innaturale del corpo – dice – rende palpabile lo strazio dell’esistenza nella materia, con tutti i suoi limiti, ma altresì, la volontà di andare oltre se stessi, per riappropriarsi della propria natura divina».
Elisa Morucci appartiene a un mondo atavico, intriso di primitivismo ancestrale, ma totalmente italiana è l’attenzione e il rispetto per l’anatomia formale, che conosce e stravolge all’occorrenza per definire un concetto. Le consapevolezze fatte proprie nella pratica spirituale e ricerca, infondono grande suggestione al suo lavoro e regalano ad ogni singola opera un’aura di magia. Il particolare diventa un Tutto, macrocosmo e microcosmo si specchiano per «suggerire umilmente nuove/antiche strade all’anima in viaggio».
La sua opera è la summa di innumerevoli ispirazioni e stimoli visivi nonché iconografici. Nell’immaginario dell’artista infatti, convivono referenti figurativi differenti che ci raccontano di radici profonde comuni. Gli studi storico/artistici, le ricerche antropologiche, le indagini personali nelle culture ancestrali e il lavoro su se stessa, l’hanno portata alla semplice constatazione che «il cielo è uno», come ama ripetere.
Come i maestri artigiani che conoscono il mestiere, Elisa Morucci ha intrapreso un percorso formativo “sul campo”; da artista colta e consapevole, gli anni di pratica e la consapevolezza del valore simbolico dell’atto creativo, le hanno dato un’imprinting che le impone di porre costante attenzione ad ogni fase del lavoro.
Ed è proprio questo un punto focale della sua opera, capace di mostrare in modo sottile, lavorando su piani diversi e simboli dell’inconscio, come ogni essere umano sia in fondo unito all’altro e insieme a un Tutto, fatto di “Leggi d’Oro” immutabili.

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