Sarebbero stati i traumi derivanti dalla caduta a determinare la morte di Emilio Berardi, il pensionato di 71 anni deceduto lo scorso 21 giugno a seguito di un incidente occorso nella villa di un imprenditore residente in via Salvemini, alla Pietà. L’anziano si era fatto prestare una scala dai vicini di casa per potare la siepe di confine, quando è precipitato all’indietro da un’altezza di circa due metri, picchiando la testa per terra. Ieri l’autopsia sul corpo della vittima, disposta dalla Procura, ha dato i primi risultati. Ulteriori esami istologici, connessi all’autopsia, dovranno spiegare se le patologie pregresse possano aver avuto un ruolo nell’accaduto. Berardi aveva problemi cardiaci e appena tre settimane prima dell’incidente fatale aveva affrontato un intervento chirurgico per l’applicazione di uno stent.
Le sue condizioni di salute erano compatibili con il taglio di una siepe, in una calda mattina d’inizio estate? Si è trattato di un incidente sul lavoro? Sono alcune delle prime domande a cui gli investigatori stanno cercando di dare una risposta. Gli inquirenti nutrono dubbi sul fatto che Berardi, reduce da un intervento ospedaliero non banale tre settimane prima, potesse essere idoneo all’opera che stava svolgendo.
Per la morte del 71enne, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, che vede indagato il proprietario della villa. Il sospetto degli inquirenti è che il 71enne fosse stato incaricato di eseguire dei lavori. Una circostanza che è esclusa dall’avvocato Marcello Lastrucci, il quale, assieme all’avvocato Cristiano Verniani assiste la famiglia dell’indagato. Secondo il legale, Berardi, conoscente dell’imprenditore, avrebbe deciso di sfoltire la siepe autonomamente, per dare aria ad un orto, che ogni tanto andava a controllare. Quanto all’autopsia, a cui la difesa ha partecipato con un proprio consulente, l’avvocato Lastrucci invita ad aspettare le conclusioni, compresi gli esami istologici, i cui risultati dovranno essere depositati entro 60 giorni.
