6 Luglio 2021

Bancarotta fraudolenta Grassi, la Procura chiede il rinvio a giudizio per 9 persone


La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per nove persone indagate per il crac della Grassi snc, dichiarata fallita nel luglio 2018 dal Tribunale di Prato. Si tratta dei tre fratelli Sandro, Marco e Morena Grassi, amministratori e soci del gruppo Grassi, e di altri sei professionisti – commercialisti, avvocati e periti – che negli ultimi anni hanno avuto un ruolo nella vita delle società edili.
Agli indagati è contestata la bancarotta fraudolenta, attraverso varie azioni ed omissioni, che avrebbero arrecato danno alla curatela del fallimento e a diversi ex dipendenti, creditori a cui non sono stati mai corrisposti stipendi e contributi arretrati.
Proprio dall’esposto dei lavoratori, tre anni e mezzo fa, è arrivato un contributo significativo alle indagini, che si sono avvalse, oltre a perquisizioni e intercettazioni telefoniche e ambientali, anche di atti e documenti del procedimento concordatario, finito sotto la lente degli investigatori. Un procedimento che nonostante i 33,5 milioni di passivo esistente al momento dell’ammissione al concordato, andò in porto e salvaguardò la continuità aziendale. Furono costituite nuove società e acquisiti rami d’impresa, di fatto gestite sempre dalla famiglia Grassi, ma l’azienda continuò a indebitarsi, fino alla dichiarazione di fallimento.
Nello scandagliare a ritroso i bilanci delle società del gruppo, la Procura contesta false comunicazioni sociali già negli esercizi dal 2004 al 2007 dell’Impresa Grassi Moreno S.r.l, e dal 2002 al 2008 della società Grassi S.r.l.
Bilanci nei quali – secondo l’accusa – sarebbero stati indebitamente imputati a immobilizzazioni alcuni costi di esercizio, con il risultato di far apparire uno stato patrimoniale solido, anziché una situazione di deficit patrimoniale nei fatti già esistente.
La Procura contesta anche l’occultamento di ricavi, tramite un sistema organizzato di omessa contabilizzazione degli stessi, sottofatturazione degli importi corrisposti dai clienti, distruzione di documenti fiscali e di trasporto, creazione di una contabilità parallela, con corrispondente riduzione dell’attivo destinato al soddisfacimento dei creditori.

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