14 Luglio 2021

Vicoli d’arte diventa un modello in Italia: ecco come si possono fare rinascere gli angoli più nascosti del centro storico di Prato


Vicoli d’arte, il progetto che ha portato nuova vita negli angoli più nascosti del centro storico attraverso undici installazioni di artisti contemporanei, è diventato un modello anche per altri territori. L’iniziativa, che si è appena conclusa, è nata nel percorso di co-progettazione “Noi che il centro” del Comune di Prato ed è il bel risultato della collaborazione tra Confartigianato Imprese Prato, CNA Toscana Centro, Unione Prato Imprese, Palazzo delle Professioni e Comitato Provinciale Area Pratese.
Vicoli d’Arte è partito sei mesi fa, da allora 11 installazioni d’arte contemporanea hanno valorizzato gli antichi vicoli del centro storico con lo scopo di far riscoprire questi luoghi dimenticati, poco frequentati e spesso lasciati in uno stato di degrado. Protagonisti del progetto gli artisti Eleonora Santanni, il duo Simoncini.Tangi, Ignazio Fresu, Simone Ridi per CUT|Circuito Urbano Temporaneo, Antonio Bruno, Victoria De Blassie e Leonardo Moretti, Adriana Leati, Andrea Abati, Martina Jones Lombardi, Edoardo Nardin e Gaia Vettori.
I pratesi, grazie a questo progetto, in un momento in cui era molto importante evitare gli assembramenti, hanno potuto attraversare i vicoli della città collegati tra loro in un vero e proprio percorso, alternativo alle più affollate e conosciute vie del centro storico.

“Il progetto ha contribuito a rafforzare l’identità della città legata all’arte contemporanea, proprio in un momento in cui i suoi musei e gli spazi della cultura sono stati a lungo chiusi – dichiara Elisabetta Rizzuto, direttore artistico dell’iniziativa – Vicoli d’Arte ha coinvolto le associazioni e gli artisti del territorio che sono stati chiamati a partecipare con le proprie opere sul tema della rinascita. Proprio agli undici artisti di questa edizione voglio rivolgere i più sentiti ringraziamenti”.

Numerosi i contatti e le richieste, da parte di istituzioni pubbliche e artisti di tutta Italia, per conoscere i dettagli del progetto che in pratica è diventato un format e un modello da replicare per ridare vita e animare zone di città che restano isolate e abbandonate.
Vicoli d’Arte ha raccolto il favore e il sostegno dei cittadini, delle attività commerciali del centro e dell’Amministrazione Comunale. “È stata un’esperienza molto proficua per la città, ma anche per le Associazioni del territorio che hanno promosso l’iniziativa – afferma Sabrina Nesti, dirigente di Confartigianato, ente Capofila del progetto – perché hanno acquisito o meglio accresciuto la consapevolezza che fare qualcosa insieme aumenta l’inventiva e quella “voglia di fare” che caratterizza Prato e i pratesi”.
“L’idea progettuale è nata proprio dal contesto in cui si trova Palazzo Vaj, sede degli Ordini professionali, inserito tra diversi vicoli (Fior di Vetta, Inghirami, Bonconti, Gherardacci) che versano in stato di degrado nonostante gli sforzi dei residenti e dei proprietari degli immobili – spiega Linda Bertelli del Palazzo delle Professioni – Uno degli scopi che ci siamo posti era infatti quello di valorizzare tali vicoli con le opere d’arte e far comprendere a tutta la cittadinanza la loro importanza e la necessità di riscoprirli e viverli appieno come parte integrante del centro della città”.
“Visto il successo dell’iniziativa – conclude Michele Vuolato di Confartigianato – appena possibile, la collaborazione tra queste associazioni riprenderà con una nuova progettualità. Intanto è doveroso ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questa edizione che ha avuto un vero e proprio supporto corale a partire dai residenti e proprietari, che hanno autorizzato l’installazione delle opere sulle mura dei vicoli, e dai nostri fornitori come la ditta Saccenti, Tuttoluci, Flod e Publiprato che ne hanno permesso la realizzazione in tempi estremamente ristretti e offrendo massima partecipazione e coinvolgimento, fino a tutte le attività commerciali e ai singoli cittadini che ci hanno sostenuto condividendo con noi la stessa voglia di ripartire e dimostrare che solo con un tessuto fitto di collaborazioni si può creare un percorso di crescita globale per tutto il centro storico”.

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