2 Agosto 2021

Val di Bisenzio, boom di coltivazione del pomodoro Borsa di montone. Era a rischio estinzione


L’operazione salvezza per il Borsa di montone, varietà di pomodoro a rischio estinzione coltivato in Val di Bisenzio, si sta concludendo con risultati assolutamente inaspettati. La mobilitazione dei produttori locali, dei Comuni di Vaiano, Vernio e Cantagallo, insieme alla condotta Slow Food Prato ha avuto decisamente successo: in tutta la Vallata si sta assistendo a una coltivazione boom della varietà, gli esemplari che stanno producendo i primi pomodori sono oltre 3 mila quest’anno (nel 2020 erano circa 1500).

Impegnate nell’intervento un gruppo di aziende: Agriturismo Selvapiana di Cantagallo, La Corte del Maglio di Vaiano, l’Azienda Agricola Il Meo di Vernio e il Podere Casalbosco di Cantagallo con decine di appassionati orticoltori. Nell’operazione salvezza fondamentale il ruolo di Simone Rossini ed Emilio La Corte, coltivatori-custodi, che hanno consegnato il seme anche per la banca del germoplasma e per la coltivazione nell’azienda agricola della Regione di Alberese. L’iniziativa è stata seguita con grande attenzione da Luca Mori, della Regione Toscana.

Per festeggiare l’inizio della produzione con lo scampato pericolo e illustrare l’impegno per valorizzare ulteriormente il Borsa di Montone della Val di Bisenzio – varietà iscritta all’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare come risorsa genetica locale a rischio di estinzione – è stato organizzato un evento speciale con degustazione del pomodoro che si terrà domani, martedì 3 agosto, alla Villa del Mulinaccio di Vaiano. A promuovere l’iniziativa, con i coltivatori locali, i Comuni della Val di Bisenzio e la Condotta Slow food di Prato. “Si tratta di una serata che ha l’obiettivo di valorizzare tutta la filiera di prodotti della Val di Bisenzio promuovendo la cultura e la consapevolezza di un patrimonio comunitario locale preziosissimo”, spiegano le assessore Beatrice Boni (Vaiano), Maila Grazzini (Cantagallo) e Maria Lucarini (Vernio).

In tavola, dunque, grazie al coordinamento di Luisa Peris, fiduciaria della Condotta Slow food di Prato, con i preziosi pomodori ci saranno le eccellenze della Val di Bisenzio: dal formaggio ai tortelli di patate, dalla carne bovina Calvana, alla ricchissima produzione di biscotti fino all’olio del Frantoio di Vallata e al pane Gran Prato.

Il maestro pasticcere Paolo Sacchetti come dessert estivo preparerà una gelatina di pomodoro. La prenotazione è obbligatoria e va effettuata entro il 2 agosto chiamando il numero 335 5770025. I posti sono limitati.

“Il Borsa di montone chiamato anche Tigrato di Luciana è stato salvato in extremis – spiega Simone Rossini – rischiava di scomparire ed essere del tutto dimenticato, a coltivarlo erano rimasti solo pochissimi anziani appassionati. Tutto è partito dagli orti di due di loro: Amerigo Brandolin e Ademaro Bartolini, recentemente scomparsi, a cui  va la nostra gratitudine”.

Questa particolarissima varietà di pomodoro, antesignana del Canestrino coltivata nella Valbisenzio fin dal Dopoguerra, è stata recentemente iscritta anche nel Repertorio regionale delle specie erbacee della Regione Toscana con indicazione della Valbisenzio come zona tipica di produzione.

Si ipotizza – ma non ci sono conferme – che i semi del Borsa di montone siano arrivati dalla Francia nell’immediato dopoguerra. Negli anni Settanta e Ottanta in Valbisenzio se ne coltivavano migliaia di piantine, vendute anche dall’agraria locale, che effettuava poi anche la commercializzazione dei pomodori. Era molto diffuso e conosciuto, coltivato da diverse famiglie valbisentine, che ne ricordano ancora il nome. Purtroppo per le note dinamiche commerciali, la varietà è stata penalizzata e soppiantata da altri ibridi, più resistenti e performanti e dai frutti meno deperibili. Solamente alcuni amatori ne hanno continuato la coltivazione, conservando di anno in anno i preziosi semi. Fino ad oggi.

Grazie al lavoro del Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università di Pisa è stato possibile definirne le caratteristiche morfologiche, escludendo l’esistenza della varietà con altro nome o di altre varietà simili a questa. Si è rinvenuta soltanto la testimonianza di una tesi di Laurea del 2017 dell’Università di Firenze sul pomodoro chiamato “rugginoso” del Valdarno, coltivato negli anni Ottanta in alcuni orti, del quale però non si riusciva a rintracciare l’origine. Ora sappiamo che si tratta dello stesso pomodoro, fuoriuscito dalla Valbisenzio.

Il Borsa di montone è’ un pomodoro dalla buccia molto fine, con polpa carnosa e poco acquosa, particolarmente saporito. La forma è irregolare, abbastanza simile alla varietà Canestrino. Le striature biancastre lo rendono peculiare ed immediatamente riconoscibile. Il sapore è ottimo, tuttavia la scarsa serbevolezza ne rende difficile la conservazione per più giorni, aspetto che ne ha ostacolato sicuramente la diffusione commerciale. La scheda del  Borsa di Montone è  consultabile nel Repertorio regionale delle specie erbacee della Regione Toscana.

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